Assenteismo, nel pubblico meno giorni di malattia rispetto al privato
Il 2015 è iniziato con la polemica sull’assenteismo dei vigili romani nella notte di San Silvestro, un caso che è stato assurto – con tutte le strumentalizzazioni del caso – a paradigma di un mercato del lavoro che favorirebbe i dipendenti del pubblico impiego.
Eppure uno studio compiuto dalla Cgia di Mestre dimostra come, mediamente, i lavoratori del settore privato stiano a casa più dei lavoratori del settore pubblico: 18,11 giorni di assenza per malattia per i primi contro i 16,72 giorni di assenza dei secondi. Secondo questa ricerca i lavoratori della Cgia si ammalano più spesso (2,62 eventi l’anno), ma per periodi più brevi, mentre i lavoratori del privato si fermano mediamente 2,08 volte l’anno, ma per periodi più lunghi di una settimana.
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Quindi nonostante il polverone sollevatosi a partire dal primo tweet del 2015 del premier Matteo Renzi, le statistiche sembrano andare in controtendenza rispetto all’opinione pubblica e al sentire comune. Se si considerano nel complesso, senza separare dipendenti pubblici e privati, i 6 milioni di lavoratori italiani che nel 2012 (ultimo anno del quale siano disponibili i dati) hanno avuto almeno un evento di malattia, la media di giorni di assenza è di 17,71 giorni e il numero di eventi è di 2,23 periodi di mutua.
Un altro dato interessante è l’inizio del periodo di malattia che per quasi un italiano su tre (il 30%) è cominciato di lunedì.
Non sono ancora stati elaborati i dati relativi al 2013, ma l’Inps, nello scorso novembre ha pubblicato i dati sull’andamento di quell’anno solare spiegando come siano “stati trasmessi 11.869.521 certificati medici per il settore privato e 5.983.404 per la pubblica amministrazione” con una sostanziale stabilità nei certificati da parte dei privati (+1,1% rispetto al 2012) e un aumento sensibile fra i lavoratori del pubblico (9,2%).
È molto probabile che questi dati subiranno un aggiustamento verso il basso nei prossimi anni, specialmente a partire da quest’anno, con le nuove regole dell’Inps riguardo alle visite fiscali. Fare i “furbetti della mutua” dovrebbe essere più difficile, tanto nel pubblico come nel privato.
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