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Autorità Ue sollevano dubbi su modello di pubblicità personalizzata di Meta - Wsj

Il logo Meta Platforms a Davos, in Svizzera

(Reuters) - Le autorità dell'Unione europea hanno stabilito che Meta Platforms non dovrebbe richiedere agli utenti di consentire di poter ricevere annunci pubblicitari personalizzati basati sulla loro attività digitale.

Lo ha riferito il Wall Street Journal, citando fonti a conoscenza della questione.

La decisione è stata approvata ieri da un consiglio che rappresenta tutte le autorità nazionali della Ue sulla privacy e potrebbe limitare i dati a cui Meta può accedere per vendere tali annunci, ha aggiunto il Wsj.

Il titolo della società perde oltre il 5% nella prima parte della seduta a Wall Street.

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Il consiglio ha stabilito che la legge sulla privacy Ue non consente alle piattaforme di social media di Meta, come Facebook e Instagram, di utilizzare i loro termini di utilizzo come giustificazione per consentire la pubblicità basata su ciò che gli utenti cliccano e guardano all'interno delle loro app, si legge nell'articolo.

Le sentenze, che non sono ancora state rese pubbliche, non ordinano direttamente a Meta di cambiare le proprie pratiche, ma chiedono alla Commissione irlandese per la protezione dei dati (Dpc) di emettere dei 'ordini pubblici' che riflettano le decisioni del consiglio, oltre a multe significative, in base a quanto riferito. La sede europea di Meta è situata in Irlanda.

"Abbiamo collaborato pienamente con la Dpc in merito alle loro indagini e continueremo a collaborare con loro nel momento in cui finalizzeranno la loro decisione", ha detto un portavoce di Meta.

Per anni, le piattaforme di social media di Meta hanno permesso agli utenti di scegliere di non ricevere annunci personalizzati, dopo aver raccolto dati sul loro comportamento e sulle loro scelte in altre applicazioni e siti web. Tuttavia, la sentenza dell'Unione europea potrebbe ostacolare la capacità di Meta di indirizzare gli annunci in base all'attività degli utenti anche all'interno delle proprie app.

(Tradotto da Enrico Sciacovelli, editing Andrea Mandalà)