Autostrade, aumentano i pedaggi
I gestori delle Autostrade italiane battono cassa dopo un 2016 che non ha soddisfatto le loro aspettative. Così, aspettando il capodanno, sia Gavio sia Atlantia, il gruppo che fa capo a Benetton e gestisce Autostrade per l’Italia, si aspettano un aumento delle tariffe per il 2017.
Gli adeguamenti tariffari previsti in Italia possono essere di due tipologie: “a tetto”, cioè con un limite massimo e dove si tiene conto dell’inflazione e degli investimenti effettuati dalla concessionaria; e “a riequilibrio”, dove vengono considerate più variabili come traffico, investimenti e costi. Nel 2016 a subire aumenti erano state le tratte gestite da Gavio, in particolare la tratta dell’A4 Torino-Milano, con un aumento del 6,5%, mentre Atlantia nel confronto con lo Stato (che deve approvare gli aumenti) era rimasta a bocca asciutta.
Una situazione che, però, ha portato in particolare Gavio ad attivare “le opportune azioni legali” perché “l’adeguamento tariffario è stato provvisoriamente sospeso in considerazione del fatto che i relativi piani economico-finanziari (pef) sono tuttora in corso di istruttoria presso i competenti ministeri”. Sospensioni che secondo il gruppo Gavio “risultano illegittimi” e che vanno ricondotte principalmente al ministero delle Infrastrutture guidato da Graziano Delrio.
Contrasti arrivati in queste settimane davanti al Tar di diverse regioni, con i tribunali regionali che hanno dato ragione sia a Gavio sia ad Autostrade per l’Italia per la quale prevale l’aumento “a tetto” e, per il 2016, è stato riconosciuto un aumento tariffario generale dell’1,09%. Il risultato di questi ricorsi è semplice. I gestori autostradali pretendono che “il recupero dei mancati ricavi derivanti dal periodo di sospensione tariffaria sarà riconosciuto nell’ambito dell’adeguamento delle tariffe per l’anno 2017”.
Quindi se negli ultimi 12 mesi i rincari sono per molte tratte stati sospesi, il rischio per gli automobilisti è che già da gennaio le tariffe autostradali vedano aumenti importanti, che considereranno anche le mancate entrate degli ultimi due anni. Che i gestori faranno, ovviamente, ricadere sugli utenti.