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Autostrade lancerà una App, il pedaggio scende in caso di disagi per cantieri

Autostrade (Photo: LUCA ZENNARO ANSA)
Autostrade (Photo: LUCA ZENNARO ANSA)

Chi stasera si metterà in macchina e percorrerà l’A12 Genova-Sestri Levante dovrà mettere in conto che ci metterà molto più tempo rispetto al solito. Quando superata l’uscita di Rapallo proseguirà verso Chiavari si troverà di fronte il cantiere per la manutenzione della galleria Maddalena e qualche chilometro dopo, tra Lavagna e Sestri, quello per l’ammodernamento del tunnel Santa Giulia. All’uscita dal casello pagherà meno del dovuto perché la tratta tra Genova e Rapallo prevede un pedaggio ridotto del 50% per via dei disagi legati ai lavori. Ma tra qualche settimana lo stesso automobilista potrebbe viaggiare gratis sulla stessa tratta. Sarà un’app, ideata da Free to X, società di Autostrade per l’Italia, a calcolare quanto forte è stato il disagio causato dai cantieri e quindi a quanto ammonterà l’importo dovuto per il viaggio.

Appena due giorni fa è stato il ministro dei Trasporti Enrico Giovannini, in un’intervista a La Stampa, a lanciare l’idea di ridurre i pedaggi per i lavori in autostrada “ovunque si renda necessario”. Le autostrade hanno bisogno di manutenzione, ma quello dei cantieri è un tema divisivo: i sindaci del territorio spingono per le ragioni legate al turismo e quindi all’economia, mentre lo Stato e i concessionari non possono tagliare più di tanto piani di investimento che hanno senso solo se realizzati in tempi brevi, in linea con le esigenze della rete e quindi dei cittadini che la utilizzano. Dalla riduzione del pedaggio passa l’individuazione di un giusto risarcimento per i ritardi accumulati durante il viaggio, ma anche il tentativo di superare una divergenza di vedute sul tema che non si è chiusa neppure quando, come avviene in Liguria da maggio, si è deciso di fermare i lavori il venerdì pomeriggio per riprenderli lunedì.

In realtà si è andati anche oltre perché già oggi il pedaggio per via del traffico causato dai lavori è ridotto sulle tratte gestite da Autostrade per l’Italia che attraversano Liguria, Toscana, Marche e Abruzzo. Prendiamo la Liguria, il territorio simbolo delle code estive per via delle numerose località turistiche, tra l’altro molto ravvicinate tra di loro. La maggior parte dei tratti interessati dai cantieri sono esentati al 100% dal pedaggio e dal 5 luglio il regime gratuito è stato esteso in A10 fino alla stazione di Albisola. Non si paga nulla per i viaggi con partenza e arrivo tra i caselli di Ovada, Masone, Albisola, Celle Ligure, Varazze, Arenzano, Genova Prà, Genova Pegli, Genova Aeroporto, Genova Ovest, Genova Bolzaneto e Genova Est. Se invece si viaggia lungo la tratta che insiste sui caselli di Genova Est, Genova Nervi, Recco e Rapallo, si paga la metà rispetto alla tariffa standard.

Pedaggi autostrade Liguria (Photo: Autostrade per l'Italia)
Pedaggi autostrade Liguria (Photo: Autostrade per l'Italia)

Questo sistema sarà potenziato entro la fine dell’estate. L’app, che inizialmente sarà introdotta sul mercato in via sperimentale, permetterà di accedere al rimborso, parziale o totale, del pedaggio dovuto al casello se i disagi e i ritardi lungo il viaggio in autostrada saranno causati dai cantieri. Non dagli incidenti, eventi imprevedibili. I dettagli sono in corso di definizione tra Aspi e il ministero dei Trasporti, ma la soglia minima del ritardo rispetto ai tempi medi di percorrenza che permetterà di accedere al rimborso dovrebbe essere fissata a 15 minuti. Se cioè ci si metterà 15 minuti in più rispetto al tempo standard di percorrenza allora scatterà il sistema dei rimborsi, che potrà arrivare fino all’azzeramento del pagamento del pedaggio. Una soglia che è inferiore a quella stabilita per i viaggi in treno: i rimborsi per un viaggio su un treno ad Alta velocità scattano infatti dopo mezz’ora di ritardo. Il sistema che lega i ritardi ai risarcimenti sarà proporzionato alla lunghezza del tratto che si percorrerà perché è evidente che un conto è un ritardo di 15 minuti su un tragitto di 15 chilometri, un altro se lo stesso ritardo è accumulato su 100 chilometri.

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L’app sarà collegata a un sistema articolato di dati, anche in tempo reale, che sarà in grado di analizzare la richiesta che inizialmente sarà fatta dall’automobilista al termine del viaggio. Una volta effettuata la registrazione, infatti, sarà necessario inserire gli estremi del biglietto del pedaggio (in alternativa la ricevuta della carta di credito o del bancomat, ancora il tracciato del Telepass) per comprovare il disagio subito durante il viaggio. Una volta che il sistema avrà verificato la corrispondenza dei dati inseriti dall’utente scatterà il rimborso attraverso un borsellino elettronico che poi genererà un bonifico sul conto corrente del titolare della richiesta. In una seconda fase sarà una notifica push ad avvisare direttamente chi è alla guida dell’auto che ha diritto al rimborso e lo stesso automobilista troverà il saldo del dovuto direttamente sul conto.

Dietro l’app, come si diceva, agisce un sistema articolato di informazioni e di tecnologie che è alla base della digital transformation che sta portando avanti Aspi e che è sostenuta anche dal ministero. Passa tutto dal combinato disposto dei concetti di sicurezza, innovazione e sostenibilità. Le funzioni dell’app legate ai rimborsi per il traffico causato dai cantieri poggiano su un sistema di misurazione dei tempi di percorrenza che a loro volta si articola su due gambe. La prima è quella dei dati storici contenuti nel database di Autostrade: lì dentro ci sono le informazioni del traffico sulla rete autostradale degli ultimi vent’anni. Dati che hanno una frequenza di cinque secondi: l’archivio digitale conserva infatti i dati di quanti macchine e mezzi pesanti sono passati su un determinato tratto ogni cinque secondi. Poi ci sono i dati non strutturati, quelli in real time: fotografie e video che arrivano dalle telecamere, ma anche un sistema fatto di sensori, spirali e boe che sono in grado di intercettare altre informazioni partendo dai rilevamenti di chi paga con il bancomat o dai dispositivi a bordo delle auto. Gli algoritmi combinano queste informazioni e sono in grado di generare ad esempio la cosiddetta storia dei giorni simili: mettendo a confronto ad esempio un festivo di un determinato mese con un suo simile di un anno passato si è in grado di stimare il flusso atteso per un determinato giorno. Questo sistema permetterà anche di verificare la veridicità del disagio dichiarato per evitare di calcolare come un ritardo la sosta in un’area di servizio dovuta a ragioni che esulano dal traffico.

Anche attraverso l’utilizzo dell’intelligenza artificiale, tutto quello che sta dietro all’app permetterà all’automobilista di accedere anche ad altri servizi. Con una previsione che si punta a far arrivare a dieci giorni si potrà avere a disposizione una serie di opzioni prima di mettersi in viaggio: si potrà scegliere di viaggiare con un traffico sostenuto a fronte di un pedaggio ridotto o azzerato, ma anche sapere quando la strada è libera (in quel caso il pedaggio è dovuto per intero). “Oggi - spiega Francesco Del Greco, direttore Digital transformation di Autostrade per l’Italia - attraverso i nostri strumenti conosciamo la durata della percorrenza, il chilometraggio, possiamo misurare il disagio causato dai cantieri, ma guardiamo anche a tutti i feedback che possono arrivare dagli automobilisti, di tutte le tipologie, per migliorare la qualità dei servizi erogati. Si tratta del modo più concreto per rappresentare il valore che una digitalizzazione può portare per l’utente che attraversa la rete”.

La pianificazione dei progetti digitali è ampia e prevede ad esempio anche la possibilità di sapere prima quanti parcheggi liberi ci sono in un’area di servizio, prenotare un posto al ristorante della stessa area, pagare il pedaggio prima di arrivare al casello. La prima area smart, gestita dalla società Movyon, sarà inaugurata a breve a Peretola, in provincia di Firenze, e sarà poi estesa alle principali aree di servizio su tutta la rete autostradale. Con il progetto Smart road si prevede l’installazione di infrastrutture digitali in grado di comunicare ai veicoli in maniera precisa e certificata la presenza di ostacoli, cantieri e restringimenti, mettendo l’automobilista nelle condizioni migliori per prendere decisioni sull’itinerario e sulla sicurezza del viaggio.

A spiegare il senso di una logica che punta a creare un’ecosistema digitale è Giorgio Moroni, amministratore delegato di Free to X: “Insieme ad altri partner puntiamo a creare un ecosistema che punta su innovazione, mobilità e sostenibilità. Abbiamo l’ambizione di implementare il concetto di smart city partendo dalla smart mobility, portando tecnologie e esperienze. L’app è uno dei canali di comunicazione che intendiamo mettere in piedi per creare un rapporto diretto con la nostra utenza”. In questo disegno rientra ad esempio il piano di mobilità elettrica e sostenibile di Autostrade che prevede la realizzazione di 100 stazioni di ricarica super veloce per i veicoli elettrici. La prima è entrata in funzione nell’area di servizio di Secchia Ovest, all’altezza di Modena lungo l’Autostrada del Sole: si arriva con la macchina elettrica e si ricarica alla colonnina in 15-20 minuti.

Questo articolo è originariamente apparso su L'HuffPost ed è stato aggiornato.