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Le aziende migliori per cui lavorare in Italia

Quali sono le aziende, in Italia, dove si lavora meglio? E quali sono i luoghi di lavoro più desiderati? Per rispondere a questa domanda è necessario innanzitutto stabilire dei principi, ovvero sulla base di quali fattori possiamo definire un posto di lavoro più o meno appetibile.

La società di consulenza Great Place to Work ne ha stabiliti tre, sulla base dei quali ha stilato una classifica delle aziende ideali per cui lavorare. Prima del denaro, c’è senza dubbio la qualità dell’ambiente di lavoro, che si riscontra innanzitutto là dove si trovano: 1) rapporti di fiducia reciproca tra manager e lavoratori, 2) incentivi per una collaborazione leale tra colleghi, 3) motivi di orgoglio della propria azienda.

Sulla base di questi tre parametri Great Place to Work ha analizzato la percezione di 35mila lavoratori che operano in 98 differenti aziende, stilando un classifica. Lo studio ha compreso anche modelli di organizzazione aziendale, valutando la presenza di elementi di qualità come lavoro flessibile e remoto, progetti per la formazione professionale, incentivi, assicurazioni sanitarie e integrativi, asili aziendali e borse di studio per i figli.

La classifica si articola in due differenti sezioni. Da una parte quella dedicata alle grandi aziende, che hanno più di 500 dipendenti, e dall’altra quella delle piccole e medie aziende con  un numero di dipendenti compreso tra 50 e 499.

In testa alle grandi aziende troviamo, come già negli anni precedenti, Microsoft Italia, premiata per le politiche di lavoro flessibile e per i benefit sul posto di lavoro. Seguono FedEx Express, EMC Computer Systems Italia, Bricoman, Eli Lilly, Ikea e Bottega Veneta. Ai piedi della classifica Adecco, Quintiles, Lidl, Markas e Abbvie.

Al vertice delle piccole aziende c’è invece la casa farmaceutica Sanofi Pasteur, dietro la quale troviamo WL Gore e Associati, Vetrya, Cisco Systems e Mars, ma anche National Instruments, Loccioni, Coca-Cola, ConTe Assicurazioni e Zeta Service.

Dalla classifica emerge che le aziende più ambite sono quelle che hanno scelto un modello di leadership al passo coi tempi, che coinvolge i lavoratori nelle decisioni e per questo organizza il lavoro in modo più efficiente. Un altro aspetto rilevante è la presenza di investimenti per lo sviluppo professionale dei lavoratori, mentre non manca ovviamente di fare la sua parte un’equa retribuzione.

Le 98 aziende che si sono messe alla prova nello studio di Great Place to Work lo hanno fatto spontaneamente, traendone principalmente due vantaggi. Da un lato sanno infatti che in base all’indagine possono testare il grado di soddisfazione dei propri dipendenti, elemento che notoriamente rende i lavoratori più motivati e produttivi. Dall’altro le aziende che risultano nelle posizioni migliori hanno un grosso ritorno in termini di reputazione, che può rivelarsi in seguito una carta decisiva per attrarre i migliori talenti professionali.

D’altro canto, come noto l’amministratore delegato di Great Place to Work, Alessandro Zollo, “calcolando la correlazione tra il nostro indice riassuntivo e il fatturato delle aziende in classifica dal 2010 a oggi, abbiamo rilevato che il legame tra le due variabili è significativo. Le aziende con dipendenti che aderiscono ai valori dell’azienda e che si fidano dei loro manager hanno performance economiche superiori, crescono anche in periodi di crisi, esportano e lo fanno con dipendenti ben selezionati e in gamba”.