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Azovstal, la Duma discute la sorte dei prigionieri ucraini

Da lunedì scorso sono 959 i combattenti ucraini, tra cui 80 feriti, che hanno lasciato l'acciaieria Azovstal di Mariupol e si sono arresi ai soldati russi. L'annuncio arriva dal ministero della Difesa di Mosca.

Dal canto suo, il leader dell'autoproclamata repubblica filorussa di Donetsk, Denis Pushilin, sostiene che molti militari e tutti i comandanti del battaglione Azov sono ancora all'interno dell'impianto.

"Secondo i nostri dati c'erano più di 2.000 persone all'interno dello stabilimento - dice - Prima ne sono uscite 265, poi 617. E poi un po' più della metà di loro è rimasta dentro".

Quale sorte per i combattenti dell'Azovstal?

Non è chiaro quale futuro attenda i combattenti ucraini finiti in mani russe.

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Secondo Pushilin, ci sono solo due strade percorribili: arrendersi ed essere processati come criminali di guerra o morire.

Kiev ha parlato di un futuro scambio di prigionieri, ma la Duma sta discutendo la questione: nelle acciaierie c'erano molti membri del battaglione Azov, che la Russia bolla come neonazisti.

Tra le richieste, avanzate dai ''falchi'' russi, anche il ripristino della pena di morte per loro.

Altre vittime civili

Nel frattempo, la guerra continua a mietere vittime civili: 5 persone - tra cui un bambino di 2 anni - sono rimaste uccise in un raid aereo russo a Bakhmut, nella regione orientale di Donetsk.