Baby sitter, le famiglie risparmiano. Ecco le regioni dove la tata costa meno
La baby sitter moderna deve saper fare molte più cose rispetto alla tata di una volta. Deve conoscere l’inglese, saper riordinare la casa, essere una brava cuoca e, infine, cavarsela alla grande anche a stirare le camicie. La professione della baby sitter, nell’ultimo anno, ha fatto registrare un calo della tariffa oraria, legato soprattutto all’aumento dell’offerta.
Le tariffe
Per un’ora di lavoro la baby sitter prende, in media, 7 euro e mezzo. Secondo il sito Yoopies, rispetto al 2017, i prezzi sono in calo del 5,27 per cento. Ma dipende dalla regione e dalla zona. Cercare una tata in una località di villeggiatura ha un costo molto più elevato.
Le regioni più economiche
Sempre secondo Yoopies, le regioni più a buon mercato per chi sta cercando una baby sitter sono la Campania (7,39 euro), la Puglia (7,53 euro) e la Basilicata (7,11 euro). Tra quelle più care, invece, troviamo l’Umbria (8 euro), il Lazio (8,31 euro) e il Molise (8 euro).
Le tate per le vacanze
Occhio a chiamare una baby sitter se ci si trova in vacanza perché bisogna mettere mano al portafoglio. A Cortina la tariffa oraria si attesta attorno agli 11 euro; a Selva di Val Gardena, in media, siamo sui 12 euro. A Carloforte, la tata costa 10,50 euro all’ora.
Le competenze
Non serve più solo far sorridere i bambini e cavarsela con i giochi. Una tata 2.0 deve saper stirare, lavare e cucinare. Le mamme cercano sempre di più baby sitter che conoscano anche l’inglese, per far abituare i pargoli, sin dalla tenera età, all’idioma anglofono.
L’aumento dell’offerta
Nell’ultimo anno il sito Yoopies ha registrato un aumento di iscrizioni di baby sitter del 105 per cento. Aumenta l’offerta e i prezzi calano. E’ la vecchia regola dell’economia, valida anche se si tratta di badare a poppanti, tra giochi e faccende domestiche.
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