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Balzo delle vendite al dettaglio nel Regno Unito

Nel Regno Unito le vendite al dettaglio sorprendono al rialzo

di Arnaud Masset

Nel Regno Unito, le vendite al dettaglio di luglio hanno superato di gran lunga le attese, nonostante lo sconforto dovuto alla Brexit. Le vendite al dettaglio al netto di auto e carburanti sono cresciute del 5,4% a/a, superando la previsione media e il rilevamento precedente pari al 3,9%; le vendite di prodotti tessili, abbigliamento e calzature sono aumentate del 5,1% m/m, rispetto al -1,6% registrato a giugno. La debolezza della sterlina potrebbe aver contribuito a stimolare la spesa dei consumatori; sembra, però, che il mercato sia stato troppo pessimista sugli effetti della decisione del Regno Unito di lasciare l’Unione Europea. Una sterlina più debole è un fattore positivo per aiutare l’economia britannica a far fronte alla prevista contrazione del PIL.

Nel (Londra: 0E4Q.L - notizie) suo ultimo rapporto, la Banca d’Inghilterra ha mantenuto invariata la sua previsione sulla crescita del PIL nel 2016 al 2%, rivedendo invece in forte ribasso quella per il 2017, dal 2,3% allo 0,8%, in previsione di una marcata frenata dei consumi personali. Forse il solido dato riferito alle vendite al dettaglio di luglio è una tantum e gli effetti positivi della sterlina più debole dureranno poco. Una cosa, però, è certa: il mercato è stato troppo pessimista dopo il voto sulla Brexit e farebbe bene a valutare meglio i pro e contra. Dopo la pubblicazione del dato, la coppia GBP/USD è salita bruscamente dello 0,80%, portandosi a 1,3160.

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La BoJ interverrà nonostante la prolungata impostazione da colomba della Fed?

di Yann Quelenn

I verbali della Fed hanno evidenziato le forti divisioni fra i membri sulla normalizzazione della politica. Come abbiamo già scritto più volte, il debito USA è troppo massiccio per far salire i tassi, perché gli oneri del debito diventerebbero troppo costosi. Questo debito deve essere invece soppresso con una forte inflazione. La ragione per cui crediamo che a settembre non ci sarà un rialzo e perché ogni due giorni il mercato azionario s’impenna toccando nuovi massimi si riduce a questo: l’impostazione da colomba della Fed.

Ieri il Giappone ha subito le perdite maggiori dopo la pubblicazione dei verbali della Fed. L’impostazione da colomba della banca centrale americana sta spingendo al ribasso il dollaro ed è stato violato di nuovo il livello psicologico dei 100 yen per un dollaro. La BoJ, che punta tutto sulla politica monetaria accomodante, prima o poi dovrebbe aggiungere nuovi stimoli. I mercati stanno spingendo la BoJ a intervenire di nuovo, facendo apprezzare lo yen. Dove andremo a finire? Nella storia delle banche centrali non si è mai ricorso a questo tipo di politica monetaria e nessuno sa come finirà. Una cosa è certa: dall’inizio dell’anno un’oncia di oro si è apprezzata di più di 300 dollari.

Continua la ripresa del petrolio

di Peter Rosenstreich

Il greggio continua a stabilizzarsi perché si prevede che l’Arabia Saudita e la Russia adotteranno misure per limitare l’attuale eccedenza nella produzione. Il greggio WTI è lievitato a 46,90 USD (quinto giorno consecutivo di guadagni e serie positiva più lunga dell’anno), il Brent si è portato sul manico dei 50 USD. L’ottimismo degli operatori su un ulteriore rialzo del petrolio è stato sostenuto dalla notizia che la produzione saudita si sta approssimando a nuovi record (avvicinandosi così alla capacità massima). Inoltre, la notizia che la scorsa settimana sono calate inaspettatamente le scorte di greggio negli USA, mentre gli spostamenti della stagione estiva esercitavano pressioni sulla domanda di benzina, ha sostenuto i prezzi del greggio. Dubitiamo che i nuovi colloqui su un congelamento della produzione da parte dell’OPEC e dei produttori principali possa davvero generare un accordo in un contesto in cui la domanda rimane debole, quindi l’attuale ripresa dei prezzi del greggio probabilmente si bloccherà. Tuttavia, la ripresa del greggio e la caccia ai rendimenti dovrebbero sostenere le valute legate alle materie prime, soprattutto RUB, BRL, CAD, NOK, e fornire potenzialmente al Venezuela un certo sostegno marginale.

Autore: Swissquote Per ulteriori notizie, analisi, interviste, visita il sito di Trend Online