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Banca Imi promuove l'Italia: +13% nel 2018. Ecco su chi puntare

Banche centrali ancora protagoniste, se non altro nel creare l'attesa prima dei rispettivi, importanti comunicati.

La situazione sui mercati

Sull'onda di questa tensione, quindi, non sorprende il calo spiccato del Ftse Mib che alle 13 registrava -0,84% e che accomuna l'indice milanese a tutto il resto d'Europa, sebbene sia proprio Milano, in questo caso, ad indossare la maglia nera. Infatti alla stessa ora il Dax viaggiava a -0,15%, il Cac40 a -0,18% eil Ftse100, unica eccezione, a +0,04%.

Alla base, come detto, le attese per i comunicati che Bce (Toronto: BCE-PRA.TO - notizie) e Fed daranno nelle prossime ore e che riguardano le rispettive politiche monetarie: mentre la Fed sembra orientata nel confermare l'ultimo rialzo dei tassi di interesse che porterebbe la forbice di riferimento tra l'1,25% e l'1,50%, la Bce potrebbe essere intenzionata a non mettere mano al costo del denaro fino al primo trimestre del 2019. Questa, per lo meno, l'idea di Gero Jung, Chief Economist di Mirabaud AM, secondo cui l'attenzione, più che ai tassi, dovrà essere riservata alle nuove proiezioni economiche, soprattutto alla possibile revisione dell'inflazione headline, a sua volta dovuta a un aumento del 15% dei prezzi del Brent rispetto alle ultime proiezioni.

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Ma nonostante la seduta negativa di oggi, l'impostazione sul Ftse Mib appare positiva per il prossimo anno. Almeno nella view di Banca Imi che parla di un 2018 all'insegna dell'ottimismo, un ottimismo che potrebbe portare Piazza Affari a festeggiare il prossimo Capodanno con un saldo finale pari a +13%.

Le previsioni di Banca Imi

Alla base di questo verdetto ci sarebbero valutazioni attraenti e utili che non dovrebbero, in linea generale, le attese. Consiglio dell'ultim'ora per gli esperti: preferire le big cap alle pmi. Come citato nel comunicato, inoltre, per i prossimi 12 mesi “il mercato azionario italiano è attraente perché quota a sconto dell'11% rispetto alla media storica del suo p/e e presenta un basso rischio di profitti sotto le stime", afferma Banca Imi. Non sembrano spaventare nemmeno le elezioni politiche e il fattore di incertezza derivante dalle urne: "Sulla base dei nostri scenari post elezione e dei livelli di premio al rischio” si parla addirittura di un +7% a metà anno che arriverebbe quasi a raddoppiare alla fine del 2018, toccando, come detto, il 13%. Tutto questo avverrebbe non solo come conseguenza di un 2017 altrettanto positivo (da gennaio il Ftse Mib segna un vantaggi del 18%) ma anche sullo sfondo di una crescita globale generalizzata e confermata anche dall'andamento sostenuto dei mercati emergenti. Per questo motivo, anche grazie al fattore made in Italy, le aziende del panorama italiano, forti di alcuni elementi particolarmente caratterizzanti come l'internazionalità e la leadership,potranno essere ottime occasioni d'acquisto.

Guardando appunto al made in Itlay i nomi suggeriti sono anche quelli di coloro che Banca Imi definisce storie interessanti per un Buy, primis in Cairo (t.p 4,8 euro), Carraro (6,2 euro), Lu-Ve (10,9 euro), Maire (5,7 euro), Panariagroup (7,9 euro) e Zignano Vetro (9,6 euro). Giudizio add invece per Cattolica (10 euro), Ei Towers (62,4 euro), Fila (21,3 euro), Marr (Milano: MARR.MI - notizie) (23,9 euro) e Sesa (Francoforte: 13142025.F - notizie) (28 euro). Tutti protagonisti dell'indice Ftse Star il quale, però, con una media tra il +5 e il +10% non sarà, a dispetto del suo nome, il vero protagonista del prossimo anno. Ftse Mib su tutti, dunque e, tradotto in titoli e soprattutto in obiettivi di prezzo: Autogrill (Milano: AGL.MI - notizie) (target price a 13,5 euro), Cnh (12,8 euro), Pirelli (8,5 euro), Telecom Italia (Amsterdam: TI6.AS - notizie) risparmio (0,89 euro), Unipol (Dusseldorf: 18319160.DU - notizie) (5 euro) tutti titoli degni di un incoraggiante Buy mentre un rating add va a Banca Mediolanum (8,2 euro), Enel (Swiss: ENEL.SW - notizie) (6,2 euro), Fca (16,9 euro), Unicredit (EUREX: DE000A163206.EX - notizie) (20 euro) e Ynap (32,3 euro).

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