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Banca Mps, perché il titolo è crollato in Borsa

Banca Mps, perché il titolo è crollato in Borsa

La Bce scrive a Banca Mps e il titolo crolla in Borsa. Lunedì 4 luglio Mps ha ceduto quasi il 10 per cento, tornando a toccare i suoi minimi storici a 0,35 euro. Semplificando il più possibile la situazione è questa: la Banca centrale europea chiede a Mps un piano triennale per cedere 10 miliardi di Npl e riportare a livelli accettabili e fisiologici i crediti in sofferenza. L’Eurotower tira le orecchie a Mps e i mercati reagiscono deprezzando il titolo della banca senese.

Nello specifico, la Bce ha chiesto a Mps di far scendere le sofferenze lorde a massimo 32,4 miliardi entro il 2018, dai 46,9 miliardi del 2015, e le sofferenze nette a 14,6 miliardi da 24,2 miliardi. Insomma, ridurre i crediti deteriorati da qui a due anni, sennò si rischia grosso. Questo, in sintesi il messaggio dell’Eba, l’autorità bancaria europea. La partita, adesso, è anche politica. Il premier Matteo Renzi vorrebbe sfidare Bruxelles, iniettando qualche miliardo di euro nel sistema bancario nazionale, evitando il ball-in, soprattutto in questo momento post Brexit di forte stress sui mercati. In altre parole, Renzi vorrebbe salvare le banche in difficoltà con denaro pubblico senza che scatti il meccanismo del ball-in che, inevitabilmente, farebbe ricadere il costo del salvataggio o di un eventuale fallimento sulle tasche degli obbligazionisti. Il governo potrebbe lavorare alla creazione di un fondo Atlante 2, pronto entro pochi giorni, focalizzato proprio sul Npl (Non performing loans, ovvero quei prestiti dalla riscossione incerta, in altre parole crediti deteriorati o sofferenze), a partire da quelli di Mps. 

Fabrizio Arnhold