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Banca Popolare di Milano: analisi tecnica della giornata

Quadro grafico ancora precario per Banca Popolare di Milano (Milano: PMI.MI - notizie) che, a inizio mese, ha provato a dare vita ad un tentativo di recupero, operazione che non ha però avuto successo. Quota 0.3650 euro è il prossimo livello da monitorare poichè la sua violazione (in chiusura di seduta) potrebbe spingere i corsi fino a 0.3450 euro (2° target 0.3260 euro). I primi concreti spiragli positivi si aprirebbero grazie al superamento di quota 0.5000 euro. Il titolo in 6 mesi ha ceduto il 45%, il 61% in 12 mesi, +7% in 3 anni e -17% in 5 (dal 2000 ad oggi -82%). Attenzione anche oggi alla volatilità, in avvio di seduta il titolo potrebbe subito passare in rosso dopo un avvio in positivo.

Nel (Londra: 0E4Q.L - notizie) primo semestre dell’anno i mercati finanziari e valutari sono stati caratterizzati da forte volatilità, particolarmente marcata nel mese di giugno, come conseguenza degli sviluppi del referendum sulla Brexit che ha rappresentato il principale fattore di rischio, unitamente alle conseguenti incertezze sul quadro politico e regolamentare. Con riferimento ai rendimenti dei titoli decennali, soprattutto sul finire del semestre, sulla scia dapprima delle attese e successivamente dell’esito del referendum Brexit, l’avversione al rischio da parte degli investitori ha spinto i rendimenti del Bund tedesco per la prima volta in territorio negativo. Lo spread nei confronti del Btp si è riposizionato a quota 160 b.p. scontando il rischio di contagio per effetto di un possibile rafforzamento delle correnti euroscettiche per poi chiudere il semestre a quota 147 punti (+50 punti rispetto a fine anno e -8 punti rispetto a giugno 2015). Sui mercati azionari, nel primo semestre la peggior performance è stata registrata dalla borsa italiana, il cui indice FTSE MIB ha perso il 24,4%, seguito dall’indice DAX 30 della borsa tedesca che è sceso del 9,9%.

Seguono l’indice francese Cac 40 (-8,6%) mentre la borsa inglese (FTSE 100) ha registrato il miglior risultato con un +4,2%. Negli USA l’indice (S&P’s 500) ha chiuso con un +2,7%. L’indice del settore bancario europeo (Euro Stoxx Banks) è stato particolarmente colpito dall’ondata di vendite, diminuendo del – 34,9% mentre l’indice FTSE Italia All Share Banks ha registrato un calo del -53,4%. A fronte di un aumento della percezione del “rischio Italia”, le quotazioni dei Credit Default Swaps a 5 anni nel secondo trimestre dell’anno sono passate dal minimo di 97 punti registrato alla fine di aprile ad un massimo che ha sfiorato i 140 punti alla fine di giugno (fonte: Reuters). Il cambio euro/dollaro nel secondo trimestre dell’anno ha oscillato tra il livello massimo di 1,16 di inizio maggio, spinto dai dati economici negativi provenienti dagli Stati Uniti (Pil trimestrale in rallentamento, numero delle nuove richieste di sussidio alla disoccupazione in calo meno del previsto e indici PMI peggio delle attese) e il livello minimo di 1,08 di fine giugno, a seguito del referendum sulla Brexit che ha aumentato i timori per la stabilità dell’area Euro e per la tenuta della moneta unica. Con riferimento al cambio euro/yen, il secondo trimestre si è chiuso con un cambio di 114, in calo del -13% circa rispetto al livello di fine anno e del -17% rispetto al valore di un anno prima.

Medie mobili esponenziali:

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il prezzo è collocato al di sotto di Ema20, quest’ultima è inferiore a Ema50; entrambe sono inferiori alla media mobile di periodo 200 (SMA). Secondo questa teoria è in atto l’orientamento più ribassista possibile.

Evoluzione prevedibile della gestione

I risultati del referendum inglese e le conseguenti incertezze sulle modalità e i tempi di rinegoziazione degli accordi che regolamenteranno le relazioni tra UK e UE rappresentano un nuovo elemento di rischio per lo scenario globale, i cui impatti non sono al momento pienamente quantificabili. Per il 2016, secondo le più recenti previsioni del Fondo Monetario Internazionale, il Pil dell’Area Euro dovrebbe registrare una dinamica positiva del +1,6%. Con particolare riferimento all’Italia è stimata una crescita dello 0,9%, con una revisione al ribasso di 0,1 punti percentuali rispetto alle previsioni precedenti. Il Regno Unito, secondo le indicazioni del FMI, soffrirà le conseguenze più pesanti con la dinamica del Pil rivista al ribasso al +1,7% (-0,2 p.p.). I rischi derivanti dal contesto internazionale hanno indotto la BCE (Toronto: BCE.TO - notizie) a dichiararsi pronta a intervenire con nuovi stimoli qualora fosse necessario e la FED a posticipare eventuali manovre di politica monetaria in senso restrittivo.

In un contesto macroeconomico caratterizzato da elementi di fragilità e da tassi di interesse che permarranno su livelli eccezionalmente bassi, il settore bancario continuerà ad essere impegnato in azioni tese al recupero di livelli di redditività adeguata e sostenibile nel medio termine, anche attraverso una rivisitazione del modello di business La ricerca di una maggiore efficienza operativa sarà condizione imprescindibile per il raggiungimento di tale obiettivo. L’attenzione dei regolatori e del mercato continuerà ad essere posta sull’entità dei crediti deteriorati e sulle azioni che verranno intraprese per normalizzare lo stock. In tale contesto, l’operatività del Gruppo Bipiemme proseguirà in coerenza con le linee di indirizzo strategico annunciate. L’andamento della gestione commerciale rimarrà improntato a migliorare il presidio del territorio e il livello di servizio alla clientela, con l’attività di intermediazione creditizia che, sostenuta da solide basi di patrimonio e di liquidità, dovrebbe confermare le tendenze recenti registrando, soprattutto nel comparto Corporate, un aumento dei volumi, nonostante l’accresciuta pressione competitiva.

Sul fronte della raccolta, è prevista proseguire la ricomposizione verso forme a vista in sostituzione delle passività a scadenza e un maggiore ricorso al TLTRO, con una conseguente contrazione di costo che contribuirà a contenere l’erosione in atto della forbice tra tassi attivi e passivi. Tra le componenti del margine da servizi, le commissioni dovrebbero ancora beneficiare della crescita dell’attività creditizia e dell’effetto della ripresa economica sull’utilizzo di servizi bancari, mentre quelle derivanti da servizi di gestione, intermediazione e consulenza risentiranno dell’incertezza dei mercati finanziari. L’attento controllo dei costi operativi e dei rischi continuerà a costituire una leva importante per preservare la redditività.

Autore: Pasquale Ferraro Per ulteriori notizie, analisi, interviste, visita il sito di Trend Online