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Bancari ancora ko. Troppe incertezze: analisti molto cauti

La tempesta che si è abbattuta venerdì scorso sui titoli del settore bancario non è per nulla finita, visto che anche oggi il comparto viene messo duramente sotto pressione.
Diversi titoli restano sospesi per eccessi di ribasso dopo essere arrivati a segnare cali superiori a due cifre, come nel caso di Banca Monte Paschi che perde oltre il 10%, seguito da Mediobanca (Milano: MB.MI - notizie) e Intesa Sanpaolo (Amsterdam: IO6.AS - notizie) che hanno segnato un ultimo prezzo a 4,84 e a 1,6 con una affondo rispettivamente dell'8,85% e dell'8,04%.
Restano sospesi anche Unicredit (EUREX: DE000A163206.EX - notizie) e Banca Popolare di Milano (Milano: PMI.MI - notizie) con un rosso del 7,9% e del 6,76%, mentre Banco Popolare (Amsterdam: PB8.AS - notizie) , Banca Popolare dell'Emilia Romagna e Ubi Banca (Amsterdam: UF8.AS - notizie) affondano tutti di oltre il 6%.

Le Banche Centrali monitorano la situazione sui mercati

Dopo la bufera di venerdì scorso, non si placa in alcun modo la pressione ribassista sui bancari di Piazza Affari. Secondo quanto scrive oggi Milano Finanza, gli impatti diretti della Brexit sul settore bancario italiano sono limitati, ma a pesare è l'incertezza sul futuro dell'Unione europea, i dubbi sulla crescita e la forte avversione al rischio degli investitori.
Le Banche Centrali stanno monitorando lo scenario di mercato e la stessa BCE (Toronto: BCE-PA.TO - notizie) si è detta pronta ad erogare liquidità aggiuntiva, se necessario, in euro e in altre valute.

Governo italiano pronto ad iniettare liquidità alle Banche?

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Accanto alla BCE, anche il Governo italiano starebbe considerando la possibilità di effettuare un'iniezione di capitali nel sistema bancario del Paese, anche se, stando a quanto riferito da alcune fonti, al momento non sarebbe stata presa alcuna decisione, con l'Esecutivo che nel frattempo continua a monitorare le reazioni dei mercati dopo l'affondo di venerdì scorso.

Secondo i vari quotidiani il governo avrebbe a punto un piano di emergenza per stabilizzare le banche in caso di ulteriori cali dei prezzi.
Assicurata liquidità tramite il TLTRO2 della BCE, l’obiettivo sarebbe quello di intervenire sul capitale con iniezioni fino a 40 miliardi di euro.

L’intervento potrebbe riguardare un piano di acquisto massiccio di crediti non performanti e una garanzia della Cassa Depositi e Prestiti e di alcuni anchor investor privati su un nuovo round di aumenti di capitale, che dovrebbe riguardare in primis Unicredit, con una stima di Equita SIM nell'ordine di 5 miliardi di euro, ed eventualmente Banca Carige (Dusseldorf: -BJ51.DU - notizie) e Banca Monte Paschi, per le quali gli analisti parlano di una ricapitalizzazione di almeno 500 milioni di euro nel primo caso e di 2 miliardi nel secondo.

Equita SIM vede criticità negli interventi del Governo

Gli esperti di Equita SIM ipotizzano anche un nuovo piano di MEF Bonds, ricordando che nel 2010 erano obbligazioni ad un tasso dell'8,5%, fiscalmente deducibile, con step-up di 50 punti base, pari passu con l’equity in caso di liquidazione e convertibili in azioni a richiesta del CDA.
Dando per scontata l'approvazione da parte dell'Unione europea, la SIM milanese vede però alcune criticità in questi interventi.

In primis i tempi per implementare un intervento potrebbero non essere brevi e in secondo luogo in caso di aumenti di capitale sul mercato, la garanzia pubblica dovrebbe comunque realizzarsi a prezzi tali da non configurarsi come aiuto di Stato.

Infine, viste le attese che si erano create in precedenza con gli interventi del governo, con riferimento a GACS e legge fallimentare, secondo gli analisti non è scontato che le misure adottate risultino efficaci a ripristinare la fiducia nell’equity delle banche.

Exane e JP Morgan caute sui bancari

A detta dei colleghi di Exane è difficile sapere quale sarà l'impatto dell'esito del referendum nel Regno Unito sugli utili delle banche a livello europeo. Ci sono infatti diverse incertezze visto che non è chiaro come sarà la struttura dell'Europa nel giro di pochi anni, quale ruolo giocherà il Regno Unito e quale sarà l'impatto dell'operatività delle banche.

Infine, sono cauti anche i colleghi di JP Morgan che confermano la loro view prudente sul comparto bancario, ancor più dopo aver tagliato in media le stime sull'utile per azione nell'ordine del 13% dopo la Brexit.
Sui titoli italiani la banca americana conferma la raccomandazione "neutral" su Banca Monte Paschi, con un prezzo obiettivo ridotto da 0,75 a 0,5 euro, mentre per Unicredit il giudizio resta fermo ad "underweight", con un target price che scende da 2,8 a 2,1 euro.

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