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Bancario romano trova 3 miliardi di lire, ma non può più convertirle: ora fa causa

Lire italiane (foto: Getty)
Lire italiane (foto: Getty)

Il caso sta tenendo banco negli ambienti dell’economia e della finanza italiana: parliamo del bancario romano che ha trovato 3 miliardi di vecchie lire in una cassetta di sicurezza ereditata dal nonno.

Una cifra considerevole che però non può convertire in Euro, per via della legge italiana. La cassetta di sicurezza era custodita, a sua insaputa, in una banca di Lugano (canton Ticino, Svizzera) e quando il bancario ha fatto questa scoperta non poteva credere ai suoi occhi. Tre miliardi di lire erano un bel gruzzolo all’epoca e lo sarebbero ancora oggi, ma non è più possibile convertire nulla, e dunque ora si apre la strada della causa giudiziaria verso Bankitalia.

Per lo Stato italiano la conversione tra lira ed euro si poteva effettuare fino al 31 dicembre 2012, e ovviamente sono passati molti anni da quel momento. Bankitalia ha infatti risposto, alla richiesta del bancario, un secco no: il tempo massimo è scaduto e non interessa se l’uomo avesse o meno conoscenza della cassetta di sicurezza.

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Al bancario è rimasta una sola strada: quella legale. Chiaramente a tutti brucerebbe perdere una cifra del genere, e lui non è da meno. I suoi avvocati hanno già una strategia: quella di dimostrare che i 10 anni di moratoria previsti dalla legge vanno conteggiati non dall’entrata in vigore dell’euro (avvenuta nel 2012) quanto dal momento in cui si viene a scoprire l’esistenza delle lire che si vogliono convertire. Complicato, ma secondo i legali, fattibile.

Ma com’è possibile che una cifra del genere sia stata lasciata ‘ferma’ a Lugano in tutti questi anni? Il nonno in questione, imprenditore immobiliare, si era trasferito in Svizzera e non aveva più toccato il denaro; probabilmente se ne era pure dimenticato. A luglio 2017 il nonno di Luigi muore e lui è unico erede. Grazie ai documenti recuperati e ereditati scopre la somma e la sua ubicazione, all’Ubs dove il nonno aveva il conto corrente.

Ora il bancario, 48 anni, ha scoperto che non è accaduto soltanto a lui. Si è accodato ad altri italiani che, anche grazie a un particolare sito web chiamato fondazioneitalianarisparmiatori.it, hanno potuto usufruire di consulenza legale sul tema del cambio di valuta.

Ecco le parole dei legali, come riportate dai maggiori quotidiani: “Dell’esistenza della somma (circa 3 miliardi di lire ndr) il nostro assistito non aveva mai avuto contezza prima del luglio 2017. Invitiamo la Banca d’Italia a prendere contatti con la scrivente Fondazione al fine di procedere alla conversione delle lire in euro in favore dell’assistito per un totale di euro 1.549.370,70, con l’avvertimento che in difetto ci vedremo costretti a porre in essere le opportune azioni a miglior tutela dei diritti. Qualsiasi termine di prescrizione o decadenza decorre da quando il soggetto è posto in grado di far valere il proprio diritto, quindi nel caso in esame i dieci anni per il cambio lire/euro decorrono dal giorno del ritrovamento delle somme in lire“.

Si prevedono scintille in aula, dunque: altrimenti quei soldi si trasformeranno in carta da stracciare.

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