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Banche: attesi progressi quest'anno, ma occhio sempre agli Npl

A Piazza Affari la seduta odierna procede in maniera contrastata per il titoli del comparto bancario che vedono Bper Banca e Ubi Banca (Amsterdam: UF8.AS - notizie) arretrare rispettivamente dell'1,68% e del'1,19%, seguiti da Banco BPM che cede lo 0,96%, mentre Intesa Sanpaolo (Amsterdam: IO6.AS - notizie) e Mediobanca (Milano: MB.MI - notizie) salgono dello 0,2% e dello 0,3%, preceduti da Unicredit (EUREX: DE000A163206.EX - notizie) che guadagna lo 0,87%.

Confermati i progressi delle banche, ma concentrati su pochi nomi

A soffermarsi sul settore bancario di Piazza Affari sono stati gli analisti di Equita SIM che hanno preso spunto dalla pubblicazione, avvenuta ieri, della mappatura dei rischi degli istituti di credito europei da parte dell'Autorità bancaria europea, aggiornata l terzo trimestre del 2017.

Lo studio evidenzia che, sebbene lentamente, gli sforzi di supervisione stanno dando i loro frutti, come dimostrato dalla riduzione del rapporto dei crediti deteriorati, pari a 30 punti base su base trimestrale, al 4,2%.
I risultati però suggeriscono che permangono gravi impedimenti alla riduzione dei crediti non performanti, quali i processi giudiziari lunghi e costosi e la mancanza di liquidita? sui mercati secondari.

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Dal 2016 l’Italia e? uno dei Paesi che ha registrato il calo piu? significativo del rapporto NPL, con una contrazione del 3,5% all'11,8%, pari a ad una riduzione di 58 miliardi di euro.
L'impressione degli analisti di Equita SIM è che tale contrazione sia concentrata sui singoli nomi, con particolare riferimento ad Unicredit e a Banca Monte Paschi che hanno ridotto la loro esposizione rispettivamente di 18 e di 27 miliardi di euro.

Anche il gap rispetto alla media del'Unione europea e? diminuito in modo significativo, con uno spread del 7,6% del terzo trimestre 2017 rispetto al 9,9% degli ultimi tre mesi del 2016, ma la polarizzazione resta significativa perche? solo Uunicredit, Intesa Sanpaolo e Credem sono vicini o inferiori al 10%, mentre tutti gli altri istituti di credito significativamente sopra.

Le attese di Equita sulle richieste dell'Autorità

La SIM milanese continua ad essere convinta che l'Autorità chiedera? alle banche di convergere verso un obiettivo di NPL ratio di circa il 5% entro il 2022-23. Tale piano puo? essere attuato in due fasi, con un primo step target di circa il 10% nel 2019, in modo da avvicinarsi a un livello di circa il 5% entro il 2022-2023.

Questo schema secondo gli analisti non introdurrebbe rischi "sistemici" per le banche italiane, ma in mancanza di chiarezza sulle nuove iniziative riguardanti lo stock dei crediti non performanti, attese per il primo trimestre di quest'anno, gli investitori manterranno un approccio prudente sul settore bancario.

S&P: banche più in salute ora degli ultimi 5 anni

Quest'ultimo è finito sotto i riflettori anche di Standard & Poor's, i cui analisti hanno diffuso un report oggi, nel quale segnalato che gli istituti di credito italiani appaiono più in salute ora di quanto non lo siano stati negli ultimi cinque anni.

L'agenzia di rating segnala che è migliorato il merito creditizio del settore privato e che gli sforzi compiuti dalle banche per aggiustare i loro bilanci hanno dato dei frutti. Alla luce di Standard & Poor's si aspetta un ritorno ad una moderata redditività nel 2018 quando si registreranno ulteriori progressi grazie anche al miglioramento delle condizioni economiche.
Gli analisti però avvertono che le esposizioni non performanti ancora elevate e le debolezze strutturali impediscono alle banche di generare ritorni soddisfacenti.

Più a rischio gli istituti piccoli e medi: occhio alle elezioni del 4 marzo

A detta di S&P le banche di piccole e medie dimensioni restano le più esposte ad improvvisi cambiamenti delle condizioni economiche e nella fiducia del mercato. Non mancano alcuni timori legati all'evoluzione politica nel nostro Paese, con particolare riferimento alle elezioni in agenda il 4 marzo prossimo. Da queste ultime potrebbero emergere alcuni rischi al ribasso, nel caso in cui il nuovo Governo dovesse invertire le riforme passate, incidendo su crescita e consolidamento del bilancio.

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