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Banche del tempo e altruismo 2.0

La solidarietà si fa flessibile anche grazie alla Rete, luogo per eccellenza di scambi gratuiti

(Fotolia)

Al tempo della crisi, la solidarietà e l'altruismo hanno scoperto formule nuove, soprattutto per mettere in contatto chi ha qualcosa da dare e chi ha bisogno di ricevere. Una solidarietà liquida, che si serve della rete, e che punta fortemente al territorio, come luogo di scambio.

Un modello che ha solidi riferimenti nella realtà americana, dove una rete di volontariato flessibile, come quella di HandsOnNetwork, scrive Repubblica, ha fornito in 250 città, per 20 anni, 25 milioni di ore di servizi, attivando, nel 2012 , 2,6 milioni di persone, per un impatto economico da 600 milioni di dollari. Un'evoluzione del volontariato che fa proseliti anche nel nostro Paese, permettendo ai giovani di approcciare una realtà concreta, quella del supporto al prossimo, o alla propria città, senza legarsi in maniera rigida a un'organizzazione, e che forse non punta a temi universali ma a risolvere giorno per giorno i problemi quotidiani di target molto diversi.

I portali dell'altruismo cittadino (MilanoAltruista, RomAltruista) infatti forniscono prestazioni differenziate, contando su una rete di persone che cresce progressivamente, e che apporta aiuto e competenza ma senza dover subire una peculiare formazione preliminare. I network insomma facilitano l'incontro tra domanda e offerta, e si accontentano anche di poche ore di servizio all'anno, perché se cresce il numero di persone, inevitabilmente si allarga anche la base delle prestazioni complessive.

Un coordinamento minimo interno non manca, con capi progetto che indirizzano e consigliano i volontari, ma la grande innovazione è l'opportunità di inserirsi dove la necessità si palesa. E non manca il riferimento nazionale di Italia Altruista, il collettore delle esperienze cittadine della penisola. Il volontariato insomma vince, che sia flessibile, individuale, o statutario se, secondo i dati del Centro Nazionale per il Volontariato, sono più di 52 mila le associazioni sul territorio, oltre 3,4 milioni i volontari, che incidono, con le prestazioni sul 4% del Pil. 

Altro modello vincente di altruismo sono le banche del tempo, che capitalizzano attività, servizi e saperi al fine di favorire forme di scambio reciproco gratuito, comprese le pratiche di buon vicinato. Vere e proprie organizzazioni di attività con soci che aderiscono al progetto apportando il proprio capitale di competenze, comunicando cosa sono in grado di fare, ma anche cosa avrebbero piacere a ricevere, in un dare avere che punta a un certo “pareggio di bilancio”.

Un fenomeno che non manca nemmeno di una sua istituzionalizzazione, visto che sono spesso i dipartimenti delle politiche sociali delle municipalità italiane a dotarsi di banche del tempo per favorire la vita dei cittadini, specialmente in quartieri dove c'è disagio.

Complessivamente, il fenomeno dell'altruismo 2.0 però non è solo l'insieme delle pratiche sul campo che rendono possibili la prestazione di servizi, meglio se scambiati con l'ausilio della rete, ma una filosofia di concetto molto più estesa, un cambio di passo ideologico, antropologico che ormai si è concretizzato in molti campi. Quale? L'idea che gli scambi abbiano valore anche se non si conosce davvero l'altro, e malgrado non ci sia ricompensa, perché la ricchezza viene anche dalla costruzione di relazioni, dal fare gruppo, dal sopperire alle mancanze della piccola e grande macchina pubblica.

E Internet favorisce fortemente questo approccio grazie ai social, ai blog, alle piattaforme peer to peer,  come una sorta di cantiere sempre aperto che vive di apporti collettivi e volontari. La rete insomma è sia il luogo che permette gli scambi da attuare poi sul territorio, sia quel media in cui informazioni ed elementi conoscitivi sono a disposizione di tutti. Anche quelli che lavorano all'ampliamento di un'enciclopedia digitale o alla costruzione di software free, di fatto fanno altruismo 2.0. Perché spesso la rete è proprio il luogo dove andare a pescare l'informazione, l'assistenza, il servizio, la disponibilità di una risorsa. Insomma, è proprio il luogo dove l'altruismo è a portata di click.