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Banche: gli Npl sono ancora un bel problema. I titoli buy e sell

Dopo i ribassi delle ultime sedute, Piazza Affari sta cercando di dare vita ad un rimbalzo, sintonizzandosi con l'andamento positivo delle altre Borse europee. All'appello mancano però i titoli del settore bancario che non riescono a trovare spunti per risalire la china, viaggiando ancora in territorio negativo.

Le uniche due eccezioni sono quelle di Unicredit (EUREX: DE000A163206.EX - notizie) e Intesa Sanpaolo (Amsterdam: IO6.AS - notizie) che stanno provando ad agganciare il segno più, con un rialzo dello 0,06% nel primo caso e dello 0,14% nel secondo.
Ad avere la peggio sono Bper Banca e Banco BPM che arretrano rispettivamente del 2,58% e del 2,2%,seguito da Ubi Banca (Amsterdam: UF8.AS - notizie) e Mediobanca (Milano: MB.MI - notizie) cedono lo 0,92% e lo 0,15%.

Crescenti pressioni su riduzione Npl: a rischio aumento di capitale?

Ad accendere i riflettori oggi sul settore bancario sono stati gli analisti di Berenberg che hanno diffuso un report dopo aver partecipato a Milano alla conferenza Imn Npl. In occasione dell'evento sono stati discussi molto dei temi già affrontati lo scorso anno, con una particolare attenzione rivolta alla qualità dei dati alla proposta di addendum della BCE (Toronto: BCE-PRA.TO - notizie) sui non performing loans.

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Dal meeting è emerso in maniera chiara che sta aumentando la pressione da parte del regolare per ridurre i crediti deteriorati e gli analisti pensano che ci siano ancora significative perdite sui crediti da cristallizzare, segnalando che le stesse potrebbero richiedere nuovi aumenti di capitale da parte delle banche italiane.

Berenberg: alle banche UE serve un robusto stress test

Il broker ritiene che quello dei non performing loans resti un grande problema e se da una parte le azioni specifiche di alcune banche stiano aiutando a ridurre lo stock di Npl, dall'altra gli analisti continuano ad essere preoccupati.
Berenberg spiega che mentre in altre realtà come Giappone e Stati Uniti, le autorità hanno fornito alle banche adeguate misure di sicurezza, i cosiddetti capital backstop, ciò non è accaduto in Europa.

L'idea degli analisti è che gli istituti di credito del Vecchio Continente, compresi quelli italiani, abbiano bisogno di un robusto stress test con un capital backstop credibile. Questo permetterebbe infatti alle banche di svalutare i loro asset e di affrontare i loro problemi di qualità del credito.

Qualità dell'attivo: c'è ancora spazio per migliorare

In occasione dell'incontro tenutosi a Milano, è stato affrontato anche un altro importante tema, quello relativo alla qualità dell'attivo. Gli analisti di Berenberg riconoscono che gli istituti di credito stanno facendo progressi su questo fronte, ma ritengono al contempo che ci sia ancora spazio per rilevanti miglioramenti.

Bullish la view su Unicredit, più cauta su Credem

Alla luce di ciò il broker, con particolare riferimento alle banche italiane, consiglia di puntare in particolare su quelle che vantano una maggiore certezza sul valore degli asset. La scelta cade quindi su Unicredit, coperto con una raccomandazione "buy" e un prezzo obiettivo a 16 euro, e su Credem, per il quale però la strategia suggerita è più cauta, con un rating "hold" e un target price a 6,4 euro.

La strategia per Banco BPM, Ubi Banca e Intesa Sanpaolo

Negativa invece la view sugli altri protagonisti del comparto e in particolare su Intesa Sanpaolo che secondo gli analisti di Berenberg è da vendere con un fair value a 1,8 euro, ben distante dai valori correnti di Borsa.
La stessa raccomandazione "sell" viene suggerita anche per Banco BPM e Ubi Banca, con un prezzo obiettivo pari rispettivamente a 2,2 e a 2 euro.

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