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Banche Italia, fondi esteri riducono posizioni corte

di Danilo Masoni

MILANO (Reuters) - I fondi che hanno costruito grosse posizioni corte sulle maggiori banche italiane a partire dal 2018 hanno ridotto le dimensioni dei propri "short" negli ultimi mesi, complice l'attenuarsi dei timori politici.

Nonostante lo scontro sul bilancio tra Roma e Bruxelles, un'analisi condotta da Reuters su dati Consob mostra che al 21 maggio non ci sono posizioni corte nette superiori allo 0,5% su Intesa Sanpaolo e UniCredit, le due maggiori banche italiane.

L'autority di mercato rende note le variazioni delle posizioni corte superiori allo 0,5% e nel 2018 i fondi avevano "short" superiori a questo livello sui due istituti.

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Le posizioni corte dichiarate su Banco BPM, la terza banca italiana e la più "shortata" da diversi fondi, sono diminuite dai picchi del 2018. I dati Consob mostrano che alcuni fondi hanno ridotto la pressione anche su UBI Banca e BPER.

La vendita allo scoperto è una strategia comune fra gli hedge fund ed è basata sulla scommessa che il prezzo di un titolo sia destinato a scendere e quindi che lo stesso possa essere riacquistato in un secondo momento a un prezzo inferiore.

Le tempistiche e le dimensioni della riduzione delle posizioni corte variano ma, mentre Intesa e UniCredit erano fuori dal radar delle comunicazioni Consob a metà del 2018, i segnali di una riduzione delle vendite allo scoperto su banche più piccole sono emersi verso la fine dell'anno scorso.

Tra i grandi nomi che hanno tagliato le proprie posizioni corte troviamo Bridgewater e BlackRock, il più grande gestore di fondi del mondo.

Bridgewater, che l'anno scorso ha costruito una scommessa da 22 miliardi contro l'Europa, ha tagliato le proprie posizioni corte su Intesa, UniCredit e BPM a meno dello 0,5% a luglio 2018. La società statunitense non ha nessuno "short" sopra lo 0,5% su banche italiane. https://reut.rs/2EvzMTm Bridgewater non ha risposto a una richiesta di commento e BlackRock ha rifiutato di commentare.

Le azioni bancarie italiane, particolarmente sensibili al rischio politico data la loro esposizione al debito pubblico domestico, fino alla scorsa settimana hanno fatto meglio di quelli della zona euro per la maggior parte del 2019.

Ma, con il riacuirsi delle tensioni politiche in vista delle elezioni dell'Unione europea e le incognite di una possibile nuova resa dei conti con Bruxelles sui conti pubblici e di un downgrade del rating, è improbabile che i titoli bancari siano fuori dai guai. "I motivi per andare corto di Italia continueranno mentre questo governo rimane al potere (la chiave) sarà ciò che accadrà dopo le elezioni europee", ha detto Carlo Franchini, responsabile clienti istituzionali presso Banca Ifigest a Milano.