Banche italiane compreranno meno Btp se Mes e altre riforme peggiorano condizioni - Abi
ROMA (Reuters) - Le banche italiane ridurranno la loro esposizione al debito sovrano del Paese se le riforme del Meccanismo europeo di stabilità (Mes) e le ipotesi di ponderare il rischio Btp nei bilanci degli istituti dovessero peggiorare le condizioni di offerta al mercato.
Lo ha detto il presidente dell'Abi Antonio Patuelli parlando a Bruxelles con i giornalisti e commentando la prossima riforma del Fondo salva stati.
"Siamo liberi di comprare titoli sovrani, non abbiamo un vincolo di portafoglio e in questa fase abbiamo circa 400 miliardi di debito pubblico italiano. Il problema è che cosa fa la Repubblica italiana per tutelare il debito pubblico", ha detto Patuelli.
"Se le condizioni relative al debito pubblico si alterano o per maggiori assorbimenti o per elementi che favoriscono sinistri è chiaro che le banche sottoscriveranno meno debito pubblico, non li compreremo più", ha spiegato.
A settembre i titoli di Stato italiani in portafoglio alle banche operanti in Italia ammontavano a 402,4 miliardi (circa un sesto del debito pubblico), di cui in Btp 286,2 miliardi e 67,4 miliardi in Cct.
La riforma del Fondo salva Stati agita la maggioranza di governo e secondo indiscrezioni di stampa l'Italia potrebbe chiedere un rinvio nel Consiglio europeo di dicembre, che dovrebbe compiere gli ultimi passi verso la riforma.
Secondo l'Huffington Post, Conte sarebbe pronto anche a mettere un veto. Per approvare la riforma serve l'unanimità dei Paesi Ue.
Al centro del dibattito, nel quale è intervenuto anche il governatore di Bankitalia Ignazio Visco, c'è la trasformazione del Fondo salva Stati in un Fondo monetario europeo che eroghi finanziamenti a Paesi in crisi vincolandoli a percorsi di ristrutturazione del debito predefiniti cui le autorità italiane si sono mostrate contrarie.
La riforma del Meccanismo europeo di stabilità (Mes) deve essere gestita con attenzione perché comporta potenzialmente "rischi enormi", secondo il governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco.
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(Stefano Bernabei, in redazione a Roma Francesca Piscioneri)