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Banche: occhio agli stress test. Unicredit sorvegliato speciale

A Piazza Affari i riflettori continuano ad essere puntati sul settore bancario che è seguito da vicino dopo i crolli cui abbiamo assistito tra la fine della scorsa settimana e gli inizi di quella in corso. Da ieri è partito un primo rimbalzo del comparto che sembra trovare un seguito quest'oggi, anche se non tutti i titoli sono coinvolti dalla positività che sta interessando Piazza Affari.

L'andamento odierno dei bancari

Diversi bancari sono infatti preceduti dal segno meno come Ubi Banca (Amsterdam: UF8.AS - notizie) che arretra del 4,78%, seguito da Banca Popolare dell'Emilia Romagna e da Banca Monte Paschi che cedono il 3,56% e il 2,05%, mentre Banco Popolare (Amsterdam: PB8.AS - notizie) e Banca Popolare di Milano (Milano: PMI.MI - notizie) arretrano dell'1,8% e del 2,04%. Intesa Sanpaolo (Amsterdam: IO6.AS - notizie) e Unicredit (EUREX: DE000A163206.EX - notizie) salgono del 2,28% e del 2,08%, preceduti da Mediobanca (Milano: MB.MI - notizie) che mette a segno un rally del 4,18%.

Gli stress test potrebbero creare incertezza sul settore bancario

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A catalizzare l'attenzione sul comparto bancario ci ha pensato oggi Equita SIM che ha diffuso un report contenente una piccola guida per gli investitori agli stress test.
A fine luglio è prevista la pubblicazione dei risultati di questi ultimi, ricordando che l'esame riguarderà 53 banche europee di cui cinque italiane e si tratta in particolare di: Unicredit, Intesa Sanpaolo, Banca Monte Paschi, Banco Popolare e Ubi Banca.

Rispetto al 2014 non ci sarà un giudizio del tipo promosso o bocciato, ma l'esito del test farà parte dello SREP che sarà completato nel quarto trimestre di quest'anno.
Gli analisti di Equita SIM spiegano così come affrontare l'appuntamento di fine luglio, segnalando in primis che nella versione 2014 le banche nello scenario avverso subirono una riduzione del Common Equity Tier 1 di 366 punti base, con un range di -710 basis point (Banca Monte Paschi e di 200 punti base (Credito Emiliano).

Potranno essere considerate vincitrici le banche che registreranno la minore riduzione assoluta del Common Equity Tier 1. Secondo gli analisti un impatto inferiore rispetto alla versione 2014 dovrebbe essere considerato un dato brillante.

Da ricordare che nel 2014 il mancato raggiungimento di un Common Equity Tier 1 del 5,5% comportava una bocciatura. Il mercato continuerà a fare riferimento a questa soglia per incorporare rischi di aumenti di capitale. Banche vicine alla soglia potrebbero vedere aumentare lo SREP e alla luce di ciò gli analisti di soffermano in particolare su Unicredit.

I rischi per Unicredit

Proprio quest'ultimo istituto di credito ha il minor margine rispetto allo SREP, con 30 punti base rispetto alla media pari a 200. In ragione di ciò l'esito degli stress test potrebbe risultare un'ulteriore conferma che l'aumento di capitale è l'unica soluzione alla portata per il gruppo.

Infine, a detta della SIM milanese, nello scenario base dovranno essere dettagliate le rettifiche su crediti 2016-18. Il confronto con le stime degli analisti pari a 92-69 punti base, fornirà un`indicazione utile sull`evoluzione del costo del rischio in uno scenario macro favorevole, rappresentato da una crescita del PIL italiano superiore all'1,5%. Nel (Londra: 0E4Q.L - notizie) 2014 la media del costo del rischio risultò pari a 109 basis points, rispetto agli 87 stimati da Equita SIM.

In attesa di conoscere i risultati ufficiali degli stress test, la SIM milanese mantiene una view negativa sul comparto bancario di Piazza Affari, reiterando la raccomandazione "underweight".

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