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Banche, quando i tassi d'interesse sono una truffa

Banche, quando i tassi d'interesse sono una truffa

“Ci sono modi illeciti con cui le banche alzano i tassi di interesse chiesti ai clienti”. Mario Bortoletto, 64 anni, è un imprenditore edile di Vigonza, in provincia di Padova, e nel suo libro “La rivolta del correntista”, edito da Chiarelettere, racconta come le banche, attraverso meccanismi nascosti, riescono a lucrare sui conti correnti. Dal 2008 ha fatto otto cause ai colossi del credito: “Ne ho già vinte due – spiega l’imprenditore al Fatto Quotidiano – e le banche mi hanno già restituito 450mila euro”.

A finire sotto la lente sono i tassi di interesse, documenti di sintesi e condizioni quasi sempre sfavorevoli per il cliente. “Io sono arrabbiatissimo con le banche e non riesco a pensare che centinaia di imprenditori hanno imbracciato un fucile o si sono impiccati nelle loro fabbriche”, dice Bortoletto “perché non hanno resistito allo strapotere delle banche. Bisogna dire basta agli istituti di credito che ti tolgono tutto quello che hai ottenuto con tanti sacrifici. Sono giganti di argilla che si possono sconfiggere”. Nel suo libro l’imprenditore padovano spiega come. Occorre seguire delle regole, una sorta di vademecum che ogni imprenditore dovrebbe avere a portata di mano per non rimanere schiacciato dal peso dei tassi bancari. Per prima cosa “conservate sempre tutta la documentazione bancaria, i contratti, gli estratti conto, gli scalari trimestrali o semestrali”, spiega sempre al Fatto Quotidiano. Facendo, però, attenzione alle variazioni unilaterali. E’ importante anche farsi fare una perizia econometrica, affidandosi a professionisti specializzati, che diventa “l’unica tutela del correntista”. La guida prosegue con l’invito a prestare molta attenzione “a tutti i costi e a tutte le spese che contribuiscono a determinare il tasso soglia”, ossia il tasso massimo d’interesse che un istituto può applicare al correntista. Superato il limite, gli interessi sono paragonabili a vera e propria usura. E se si incontrano difficoltà “valutate con molta attenzione le cosiddette agevolazioni che il vostro istituto vi propone” come la possibilità di trasformare uno scoperto in un mutuo ipotecario. Non sempre la soluzione si rivela vantaggiosa per il cliente.

Le dritte da tenere a mente proseguono con l’anatocismo bancario. Termine complesso per descrivere la capitalizzazione degli interessi passivi che, aumentando sempre di più, creano un ostacolo insormontabile per il cliente che voglia tornare in attivo. Per evitare ulteriori grane, bisogna tenere sempre sotto controllo anche le commissioni di massimo scoperto e le valute. Esistono la valuta effettiva e quella bancaria. La prima corrisponde al momento in cui la banca acquista o perde la disponibilità del denaro; la seconda, invece, si riferisce a quando l’istituito di credito la contabilizza in conto e può differire di qualche giorno. Una precisazione anche per la Centrale rischi: una volta inseriti nel database dei “cattivi pagatori”, si è segnati quasi a vita, ma le banche prima di far partire una segnalazione, per legge, devono avvisare il correntista.

Il caso Bortoletto, sta facendo scuola. Altri 600 piccoli imprenditori della zona di Padova, dopo aver controllato i loro conti correnti, hanno fatto causa alle banche per i tassi usurai. “Se nel 2012 – precisa Bortoletto – al tribunale di Milano sono state presentate solo 180 cause contro le banche, nel 2013 queste sono salite a 1.860, anche grazie al lavoro che stiamo facendo con il movimento “Il delitto di usura” di cui sono vicepresidente”. Ogni tre mesi la Banca d’Italia stabilisce il tasso massimo d’interesse, altrimenti detto “tasso soglia”, che le banche possono applicare ai loro clienti, quando chiedono un mutuo, un prestito o un fido. Superato il limite, ovviamente, i clienti possono richiedere i soldi indietro, per vie legali. Non tutti, però, lo sanno. La scorsa estate, anche le Iene, in un servizio televisivo dedicato, avevano denunciato anomalie sul tasso di mora legato ai contratti di mutuo, quello che le banche applicano sugli interessi per chi è rimasto indietro con qualche rata. In molti casi aveva superato la soglia d’usura.