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Bayer potrebbe tentare l'opa ostile su Monsanto

Sempre più insidiosa ed infida la telenovela tra la tedesca Bayer (Londra: 0P6S.L - notizie) e la statunitense Monsanto (Amburgo: 1132157.HM - notizie) : la multinazionale a stelle e strisce è oggetto del desiderio della società farmaceutica che sta tentando in tutti i modi di convincerla ad una fusione. Una strategia che, per il momento, non sembra dare frutti.

Come tutto ebbe inizio

Poco dopo la metà del mese di maggio di quest'anno la Bayer lanciava la sua proposta per il takeover di Monsanto valutando l'azienda 122 dollari per azione ovvero un premio del 37% sull'ultima chiusura valida prima della proposta (quella del 9 maggio) per un totale di 62 miliardi di dollari. Troppo poco per la discussa società leader nel settore dell'agrochimico e delle sementi transgeniche. Ma il rifiuto non doveva restare l'unico. Poco più tardi, un paio di mesi dopo, il 18 luglio Bayer tornava alla carica e ripeteva la sua offerta aumentata a 125 dollari per azione (premio del 40% sulla chiusura del 9 maggio) per un totale di 65 miliardi di dollari, offerta rifiutata anche in questo secondo tentativo arricchito addirittura da una sorta di garanzia (reverse-breakup fee) in caso di ritiro della Bayer dall'affare, garanzia valutata 1,5 miliardi di dollari. Senza però ottenere risultati di sorta.

Ad ogni modo la Bayer, secondo indiscrezioni di stampa del WSJ, potrebbe riuscire ad arrivare ad una eventuale terza offerta di 135 dollari ad azione come ultima opzione, prima che, impantanata nell'operazione, perda la pazienza arrivando a puntare a un'opa ostile per bypassare la volontà apparentemente contraddittoria dei vertici di Monsanto. Sì, perché se da un lato la società continua a rifiutare le offerte europee, dall'altra continua ad essere disposta al dialogo e a valutare le eventuali nuove opzioni. All'orizzonte, infatti, si vedrebbe, in caso di fusione, la nascita del più grande colosso del settore agrochimico al mondo, un settore che, visti i macrotrend che si stanno sviluppando (aumento della popolazione, diminuzione delle terre coltivabili, estremizzazione dei fenomeni atmosferici e dell'inquinamento) sarà assolutamente nevralgico nel prossimo futuro.

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I rating degli analisti

Inoltre Monsanto è ben consapevole che, per quanto leader, si trova a operare in un mercato, come quello delle materie prime in costante minaccia di calo dei prezzi su settore agricolo mentre il resto del comparto sta da tempo avviando una serie di fusioni e acquisizioni tra cui quella di ChemChina e Syngenta (valore dell'operazione:43 miliardi di dollari) e quella di Dupont e Dow Chemical (Hannover: DCH1.HA - notizie) (130 miliardi di dollari)

Gli analisti si mantengono fondamentalmente positivi sul titolo Monsanto visto che gli ultimi rating parlano di un Buy da parte di Monness Crespi&Hardt con target price a 130 dollari, Citigroup (NYSE: C - notizie) preferisce un neutral a 112 dollari già dal 18 luglio mentre Ubs è più ottimista con un Buy a 122 dollari confermati in un report del 14 luglio.La situazione di Bayer invece vede un rating Outperform per gli esperti di Sanford C.Bernstein che risale addirittura a fine maggio, lo stesso periodo in cui Deutsche Bank (Londra: 0H7D.L - notizie) confermava il suo Buy anticipato poco prima dal Neutral di Credit Suisse (Londra: 0QP5.L - notizie) a fine aprile.

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