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Bazooka Italia: monetizzazione del deficit!

E si è davvero il tempo della consapevolezza questo, dopo l’articolo di ieri apparso su Repubblica, che testimoniava l’insostenibilità dell’euro con un ritardo di anni e anni di embargo della verità, ieri sul Foglio è uscito anche questo, ovvero la perdita della sovranità monetaria, chiedendo a gran voce la monetizzazione del deficit, Bazooka Italia…

Investimenti pubblici in deficit finanziati dalla BCE (Toronto: BCE.TO - notizie) e divieto di spesa pubblica corrente mediante debito aggiuntivo, come stanno facendo adesso i nostri eroi in Parlamento.

Cosa significa monetizzare il debito? Lascio la parola ad Alberto Bagnai e al suo

Goofynomics: Stampare moneta, ovvero la convenzionalità del non convenzionale

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io non saprei fare di meglio…

A leggere alcuni commenti al post precedente, per non parlare poi di quanto si sente nel dibattito pubblico, sembra che finanziare con moneta la spesa pubblica sia qualcosa di inconcepibile, una bestemmia, una prassi non solo e non tanto deprecabile per motivi etici (…) quanto inesplorata, bislacca, non contemplata dalla teoria economica e in quanto tale fonte di rischi imponderabili, qualcosa di cui non si deve nemmeno parlare; o, meglio ancora: qualcosa di cui, se proprio se ne deve parlare, se proprio non se ne può fare a meno, occorre farlo in termini altrettanto bislacchi, che veicolino l’idea di eccezionalità, di stramberia: helicopter money, unconventional policy, QE for people, e via dicendo.(…)

In tutto il mondo si studia, perché si deve studiare, altrimenti non si passa l’esame, che quello con base monetaria, nelle forme istituzionali storicamente e giuridicamente definite, è una delle possibili forme di finanziamento della spesa pubblica, o meglio, di copertura dello scarto fra le voci di spesa e le altre voci di entrata (raccolta fiscale, emissione di debito). Chi non lo sa semplicemente non passa l’esame, perché è materiale banale, ovvio. Non c’è nulla di non convenzionale, non si tratta di tirare a caso moneta dagli elicotteri, ma di scegliere politicamente quale parte di progetti di spesa decisi da un governo democraticamente costituito e soggetto al controllo democratico di un parlamento democraticamente eletto può essere finanziata ricorrendo al principale potere sovrano di ogni e qualsiasi stato: quello di battere moneta.

Non si tratta di chiedere al bancario centrale di dare una mancetta a tutti i cittadini perché la spendano in caramelle. Si tratta di finanziare investimenti, di assicurare l’operatività dei servizi pubblici, comprando benzina per le ambulanze e le volanti della polizia, comprando la carta igienica per i cessi delle scuole, e magari trasformando questi cessi in gabinetti; si tratta di evitare che ogni episodio di maltempo faccia un paio di morti; si tratta, se è il caso, e per tornare alla cronaca del giorno, di salvare istituzioni finanziarie. Nulla che possa essere fatto con un elicottero, o con un assegno staccato all’ordine di ogni cittadino.

Questa è la normalità, questo è quello che viene considerato convenzionale, ovvio, scontato, nei libri di testo undergraduate (cioè del triennio). È una politica assolutamente nota nelle sue implicazioni macroeconomiche…

(…) Quello che va capito e rivendicato è che in tutto il mondo il finanziamento monetario della spesa pubblica da parte di una banca centrale nazionale è, o è stato (e comunque tornerà ad essere), una delle modalità ammissibili di esercizio della sovranità economica dello Stato. È letteralmente roba che si studia a scuola, sono lebbasi, le fottute bbasi della politica economica. Qualsiasi artificio lessicale, qualsiasi espressione distolga da questo principio elementare, qualsiasi arzigogolo intenda offuscare quanto vedete nelle tre pagine che ho fotografato sopra per voi, va visto con estremo sospetto, e, nella misura del possibile, cauterizzato con il dovuto garbo.

Perché una cosa è, spero, evidente a tutti voi: chi è parte del problema, non può essere parte della soluzione (per quanto aspiri a candidarsi a questo ruolo).

Da questa crisi non usciremo senza monetizzazione del deficit da parte di banche centrali nazionali.

Molte delle soluzioni a questa crisi sono scritte sui libri di testo di qualunque corso di economia, ma probabilmente in circolazione ci sono più testi di ideologia o filosofia economica demenona.

Attenzione però a non fare l’errore di credere che con la monetizzazione si risolve qualunque cosa, stiamo solo parlando di spesa pubblica in deficit, chiaro?

Quindi a partire dall’ “ignoranza” dei nostri politici, più o meno tutti compresi quelli che credono di rappresentare il nuovo, come dice Alberto …“chi è parte del problema, non può essere parte della soluzione (per quanto aspiri a candidarsi a questo ruolo).

A breve inizierà il solito teatrino della finanziaria, scommettiamo che per titare su due lire, ops scusate euro, questi aumentano l’IVA, distruggendo quello che resta dei consumi…

Ha detto bene ieri il vescovo di Rieti, “Il terremoto non uccide. Uccidono le opere dell’uomo“.

” L’economia non uccide, le crisi economiche e finanziarie non uccidono. Uccidono le ideologie, l’avidità, interessi nazionali personali e corporativi, vincoli anacronisti, ovvero solo e sempre le opere dell’uomo.”

Chiaro il concetto? Chiaro cosa significa aver perso sovranità monetaria, ovvero quello che esercitano tutti gli altri Stati del mondo a parte ovviamente i fessi che fanno parte dell’unione europea? Buona consapevolezza e mi raccomando, non ditelo in giro, tanto nessuno sa cosa sia la sovranità, tutti penserebbero al ritorno al Medio Evo.

Autore: Andrea Mazzalai Per ulteriori notizie, analisi, interviste, visita il sito di Trend Online