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Bce cercherà di frenare attese rialzo tassi

La sede centrale Bce a Francoforte

FRANCOFORTE (Reuters) - La Banca centrale europea si appresta oggi a mantenere la propria politica invariata, cercando di respingere le crescenti aspettative di un aumento dei tassi di interesse il prossimo anno, anche se potrebbe ammettere che l'inflazione sarà più alta del previsto.

Avendo già segnalato importanti decisioni politiche in arrivo a dicembre, Christine Lagarde preparerà la scena per il ritiro degli stimoli di emergenza.

Ma è probabile che sottolinei ancora una volta che la banca centrale non ha fretta di irrigidire ulteriormente la sua politica, anche se alcuni dei suoi colleghi stanno già aumentando i tassi o pianificando di farlo.

Lagarde avrà il suo bel da fare per convincere gli investitori che questa è la strada giusta da seguire, tuttavia. Crescono, infatti, le perplessità sulla narrativa dell'istituto secondo cui l'inflazione è temporanea e i rialzi dei tassi sono ancora lontani.

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Questo ha creato un grande divario tra le aspettative del mercato e la guidance della banca che continua a dire che i tassi rimarranno bassi fino a quando l'inflazione si stabilizzerà al 2%.

I mercati vedono la possibilità di un rialzo nel prossimo autunno e si aspettano che l'inflazione si attesti intorno al livello target della Bce nei prossimi anni, entrambe considerazioni ben al di fuori delle proiezioni della banca.

"(La Bce) sottolineerà nuovamente la sua forward guidance, in mancanza di opzioni migliori, per respingere il recente aggressivo repricing", spiega Jim Reid, strategist di Deutsche Bank.

Il capo economista di Francoforte Philip Lane ha già cercato di ridimensionare queste aspettative, sostenendo che siano "difficili da conciliare" con la guidance della banca. Ma l'intervento ha avuto un effetto modesto, quindi Lagarde potrebbe aver bisogno di essere ancora più esplicita nel dire agli investitori che stanno interpretando male le intenzioni della banca centrale.

La discrepanza si deve tutta all'inflazione. Gli analisti prevedono che la crescita dei prezzi potrebbe raggiungere quest'anno il 4%, il doppio dell'obiettivo della Bce, a causa di una lunga lista di fattori una tantum, e probabilmente tornerà indietro più lentamente di quanto l'istituto centrale voglia ammettere.

In tutto il mondo le banche centrali stanno già reagendo.

La Banca del Canada è stata l'ultima a farlo, quando ieri ha segnalato che potrebbe aumentare i tassi d'interesse già nell'aprile 2022, spiegando che l'inflazione rimarrà sopra all'obiettivo per gran parte del prossimo anno.

La Banca del Giappone rappresenta una notevole eccezione, avendo invece confermato la sua politica monetaria ultra-loose oggi e proiettando l'inflazione ben al di sotto del suo target del 2% per almeno altri due anni.

TEMPORANEO?

Anche se temporanea, un'impennata dell'inflazione nella zona euro potrebbe aumentare le pressioni sui prezzi sottostanti e, se dura abbastanza a lungo, avere un impatto sui salari.

Il rincaro dell'energia potrebbe anche costringere le aziende a modificare il loro comportamento in materia di prezzi per tenere conto dei costi più elevati.

La Bce dice che questo non sta accadendo, ma i mercati hanno una visione diversa.

"Lagarde cercherà di contrastare questo repricing con più forza", commenta Marco Valli, economista di UniCredit. "Una caratteristica importante della guidance, che i mercati potrebbero star trascurando, è che la sua formulazione riduce notevolmente la possibilità di una stretta preventiva".

CAUTELA

E' probabile che la Bce decida di annunciare a dicembre la fine degli stimoli di emergenza per marzo 2022, ma potrebbe incrementare parallelamente un altro schema di supporto per prendere le distanze e mantenere bassi i costi dei prestiti.

Ha molte ragioni per essere prudente.

Gli hard data non mostrano alcun aumento allarmante dei salari che indicherebbe un'inflazione più duratura e le previsioni degli analisti non soddisfano i criteri Bce per un aumento dei tassi.

I policymaker ricordano anche l'aumento dei tassi della banca alla vigilia della crisi del debito del blocco un decennio fa, probabilmente il più grande errore politico nella storia dell'istituzione.

Infine, anche un notevole rallentamento economico nel prossimo trimestre depone a favore di aspettative più fredde per una politica più restrittiva.

Con gran parte dell'industria del blocco che soffre di un certo livello di carenza di forniture, è probabile che la crescita rallenti, con una nuova ondata di coronavirus che potrebbe colpire anche i servizi.

Tutto questo suggerisce un tono cauto da parte della Bce oggi, con una ripetizione dell'argomento secondo cui anche la rimozione degli stimoli di emergenza rappresenterebbe solo un ricalibramento della politica, non il ritiro del sostegno.

La decisione politica della Bce è prevista per le 13,45 italiane, seguirà la conferenza stampa di Lagarde alle 14,30 come di consuto.

(In redazione Valentina Consiglio, Antonella Cinelli)