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Bce deve essere cauta a non fare troppo sui tassi - Villeroy

La sede Bce a Francoforte

PARIGI (Reuters) - La Banca centrale europea ha raggiunto il punto in cui deve essere cauta a non alzare eccessivamente i tassi di interesse e deve cercare di evitare un "atterraggio duro" per l'economia.

Lo ha detto Francois Villeroy de Galhau, governatore della banca centrale francese e membro Bce.

Dopo 10 rialzi consecutivi, la Bce ha aumentato il tasso di interesse principale al livello record del 4% questo mese, ma ha segnalato una pausa in ottobre.

Tuttavia, alcuni banchieri centrali hanno indicato che un rialzo è ancora possibile a fronte di un'inflazione ostinatamente alta nella zona euro, che ad agosto è risultata pari al 5,2% e ancora superiore al target del 2% della Bce.

Villeroy ha detto che il rischio di fare troppo - con la possibilità di innescare una recessione - e il rischio di fare troppo poco sono ora simmetricamente bilanciati dopo i numerosi rialzi dei tassi.

Se la Bce facesse troppo, potrebbe correre il rischio di dover rapidamente invertire la rotta, ha detto Villeroy a una conferenza della banca centrale francese.

"Quindi, 'testare fino alla rottura' non è un modo sensato di calibrare la politica monetaria", ha detto.

"Questo suggerisce che ora dovremmo concentrarci sulla persistenza della politica piuttosto che sul costante aumento dei tassi - sulla durata piuttosto che sul livello", ha aggiunto.

Villeroy ha affermato che l'attuale livello dei tassi d'interesse è sufficientemente alto per far scendere l'inflazione e che, se i mercati riflettono pienamente la strategia della Bce, non dovrebbero aspettarsi tagli dei tassi prima di "un periodo di tempo sufficientemente lungo".

Secondo Villeroy, la crescente fiducia dei funzionari Bce nel raggiungimento del target del 2% entro il 2025 significa che ora possono anche puntare a evitare un atterraggio duro per l'economia.

La banca prevede che l'inflazione si manterrà al di sopra del 3% l'anno prossimo e che scenderà al di sotto dell'obiettivo del 2% solo nell'ultimo trimestre del 2025.

Sebbene l'attuale rimbalzo dei prezzi del petrolio non rappresenti uno shock generale sui prezzi delle materie prime come nel 2021-2022, è necessario monitorare il possibile effetto a catena sulle aspettative di inflazione e sui salari, ha detto Villeroy.

(Tradotto da Enrico Sciacovelli, editing Stefano Bernabei)