Bce verso conferma tassi ma potrebbe valutare riduzione bilancio più rapida
FRANCOFORTE (Reuters) - La Banca centrale europea manterrà i tassi di interesse invariati al livello record raggiunto, interrompendo una serie di rialzi durata 15 mesi, ma potrebbe prendere in considerazione una riduzione più rapida del suo portafoglio.
La Bce ha alzato i tassi in ciascuna delle ultime 10 riunioni nel tentativo di domare l'impennata dell'inflazione, ma il mese scorso ha lasciato intravedere la possibilità di una pausa, dato che la stretta monetaria sta finalmente iniziando a produrre effetti.
Le pressioni sui prezzi si stanno attenuando e l'economia sta rallentando a tal punto da suggerire che una recessione potrebbe essere già in corso, facendo affievolire le aspettative di ulteriori rialzi dei tassi.
Il dibattito si sposterà su quanto a lungo i tassi dovranno rimanere ai massimi storici, una risposta difficile da dare visto che i mercati stanno già scommettendo che la prossima mossa sarà un taglio, possibilmente nel secondo trimestre del prossimo anno. Questa tempistica però è considerata irrealistica da alcuni banchieri centrali.
Un'ulteriore complicazione è legata al fatto che l'aumento dei costi energetici potrebbe far salire di nuovo l'inflazione proprio mentre la crescita vacilla, innescando una stagflazione ovvero un periodo di alta inflazione e crescita stagnante.
"Riteniamo che la discussione si stia spostando sempre più sulla tempistica di un taglio piuttosto che sull'opportunità di un nuovo rialzo", spiega Martin Wolburg, senior economist di Generali Investments.
"Siamo sempre più dell'idea che anche il quarto trimestre potrebbe essere un periodo di contrazione della produzione, quindi alla fine c'é una certa probabilità che la zona euro entri in recessione e questo lasci il segno sulla politica monetaria", ha aggiunto.
Riunendosi ad Atene per la prima volta in oltre dieci anni, il consiglio dovrebbe avere condizioni facili per decidere sui tassi. La parte più difficile sarà decidere quali segnali inviare rispetto alle mosse future.
Alcuni banchieri sono favorevoli alla cosiddetta "pausa hawkish", ovvero a un approccio che tenga in considerazione ulteriori rialzi dei tassi, dato che l'inflazione non dovrebbe tornare al 2% prima del 2025 e le turbolenze in Medio Oriente potrebbero esercitare pressioni al rialzo sui costi dell'energia.
Altri sostengono invece che, alla luce del rapido deterioramento delle prospettive di crescita, sia meglio un approccio "neutrale", che enfatizzi la dipendenza dai dati.
L'industria è in recessione, gli indicatori del sentiment sono in calo, i consumi sono fiacchi e anche il mercato del lavoro ha iniziato ad accusare qualche colpo.
(Tradotto da Chiara Scarciglia, editing Sara Rossi)