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Bitcoin: interessanti novità da NY

Dalla Grande Mela in arrivo un network che potrebbe spingere il Bitcoin ancora più in alto

Wall Street comincia a interessarsi al Bitcoin.

Dopo quanto accaduto a Chicago, anche New York si preparerebbe ad abbracciare la criptovaluta di Satoshi Nakamoto.

È notizia recente che l’ICE (IntercontinentalExchange), che vanta la proprietà del New York Stock Exchange, sia in procinto di fornire un servizio che provvederà a diffondere informazioni su BTC a fondi d’investimento e società operanti nel trading.

Ciò avverrebbe in sinergia con Blockstream, una startup fondata a San Francisco che si occupa dello sviluppo del Bitcoin a 360°, la cui collaborazione veicolerebbe flussi di informazioni recepite attraverso dati emessi da ben quindici piattaforme attive nel comparto tecnofinanza a livello globale.

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Avvalendosi della rete iper veloce approntata da ICE, sarà possibile ottenere “data feed” con la stessa rapidità che caratterizza i software di trading, creando un ponte informativo di cui potranno beneficiare diversi soggetti interessati, che siano trader, banche o intermediari.

La vera portata del progetto si vedrà a marzo, mese in cui è prevista la conclusione della fase costitutiva. Tale evento potrebbe essere volano di partecipazioni multiple, arricchendo un volume di dati che migliorerebbe i livelli di performance sia degli scambi criptovaloriali, sia ancor di più del mercato future neonato nella città del vento, ancora non a livello delle valute tradizionali (Forex).

Una partnership informativa di tale entità si inserisce nel particolare quadro in cui versa il BTC, passato da un picco storico a fine dicembre, toccando quota 20.000 dollari, a un ribasso progressivo fino a tornare a un minimo temporaneo di 9.199 dollari (proprio alla prima scadenza dei future di Chicago).

A tal proposito risulta interessante riportare l’analisi de “Il Sole 24 Ore” al riguardo, la cui intervista a un trader professionista, Davide Biocchi, potrebbe aiutare a spiegare il delicato momento di frenesia del mercato BTC.

Così Biocchi: “A prescindere dalla fortissima volatilità, che ha il sapore della speculazione, giova ricordare che Bitcoin è uno strumento finanziario relativamente giovane e soprattutto che da un solo mese si confronta con la finanza che conta, grazie al future quotato a Chicago, che ci consente di sapere con ufficialità quanto vale in dollari questa criptomoneta. La finanza tradizionale ha le sue scadenze e su questo fronte Bitcoin deve ancora fare esperienza. Per questo è plausibile che non sia un caso che il picco rialzista di dicembre e quello attuale a ribasso siano concomitanti proprio con il lancio e con il primo expiry day del derivato”.

Disamina molto lucida, seguita da una altrettanto lucida chiosa del giornalista Vito Lops, che così commenta quanto sopra: “A questo punto, per avere la prova del nove di questa ipotesi, non resta che attendere metà febbraio, quando scadrà il prossimo future”.

Appare palese come il fattore tempo abbia un ruolo cruciale, specie considerando che il BTC sia da poco entrato nel gioco dei grandi, un gioco con regole ben definite che rende quantomeno singolare l’avvicendarsi di un qualcosa che per sua natura non ne abbia.

Proprio questa mancanza di regolamentazione, da un lato, ma non meno l’attitudine a operare senza limiti stringenti di qualsiasi tipo, dall’altro, rendono il trend del Bitcoin alquanto atipico e di difficile previsione.

Anche perché sono già diverse le teorie e gli orientamenti previsionali al riguardo, da chi è sicuro di essere in presenza di una bolla pronta a scoppiare e quindi suggerisca di vendere, a chi insista sul valore intrinseco della blockchain e non manchi di ricordare il valore atteso che una simile tecnologia, coadiuvata dalla prima moneta digitale al mondo, possa avere se inserita in app, servizi di pagamento e chi più ne ha più ne metta.

È vero, febbraio potrà essere un crocevia importante, ma non sarà l’unico.

Come dicevamo ieri, il 2018 sembrerebbe davvero essere l’anno di svolta per Bitcoin e affini.

In un senso o nell’altro.

This article was originally posted on FX Empire

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