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Bitcoin: l’invettiva del premio Nobel Paul Krugman

Il superamento della regione dei $ 10.000 attirerà probabilmente investitori e trader rimasti a bordo campo nella fase in cui prezzi crollavano

L’altalena del Bitcoin attira sempre critiche da ogni dove.

Qui resocontavamo possibili motivazioni circa il ribasso valoriale in seno al comparto cripto.

Oggi sembra opportuno arricchire il novero dei detrattori del BTC riportando quanto affermato da un premio Nobel per l’economia.

Membro del Gruppo dei Trenta, un gruppo di esperti in economia e finanza che analizza e approfondisce questioni omonime con l’obiettivo di tracciare una linea coerente tra cause e decisioni, Paul Krugman interviene violentemente nel dibattito sulla criptovaluta più famosa al mondo.

Il prorompere di Krugman nell’invettiva cripto è stato diffuso dalle pagine del New York Times, che ha permesso al noto economista di dar seguito alle proprie posizioni critiche sostenute in precedenza.

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Per il premio Nobel 2008 il Bitcoin è “un’immensa bolla che finirà nel dolore, avvolta nel tecno-misticismo all’interno di un bozzolo di ideologia libertaria”

Il professore dell’Università di Princeton non usa mezzi termini, è ovvio.

Al di là della retorica dietro alla possibile bolla BTC, Krugman si lancia in racconti e auspici che riassumono la propria contrarietà all’universo Bitcoin: “L’altro giorno il mio barbiere mi ha chiesto quanto sarebbe corretto investire tutti i suoi soldi in Bitcoin…La risposta è no, no dovrebbe farlo. Finirà male e prima accadrà, meglio sarà”.

Un augurio nefasto se si considera il livello di capitalizzazione del Bitcoin e il numero di soggetti interessati attivamente al suo andamento.

È innegabile che la speranza di Krugman prenda le mosse da motivazioni che il professore ritiene assolutamente fondanti e fondamentali.

Fondamentali, per l’appunto.

Sarebbero questi gli elementi che mancherebbero prima facie all’approccio verso il BTC.

Difficoltà di trovare elementi obiettivi di analisi elementare, previsionale e ratio di sistema.

Il problema principale sarebbe rappresentato dall’unico fine speculativo che muove la moneta di Satoshi Nakamoto, criticità endemica secondo Krugman.

Tale fattore genererebbe una situazione di impossibilità di controllo assolutamente inaccettabile per un mercato del genere.

L’ultima affermazione di cui sopra risulta però paradossale se si considera che l’assenza di controllo sia uno dei pilastri su cui si fondi l’universo cripto.

L’altro pilastro, ovvero la mancanza di un legame con sistema economico di riferimento, con una banca centrale o con un sistema di valuta legale, completa il novero di criticità, secondo Krugman.

Per l’eminente economista, il BTC, non esistendo concretamente se non all’interno di server digitali, consta di niente. Un nulla non può essere nulla. E di qui l’esigenza che la bolla faccia tabula rasa di qualcosa che già per sua natura non ha base concreta.

Da conseguenza, il passaggio allo sminuire la portata della criptovaluta è presto detto.

“Il conio digitale può essere utilizzato per effettuare pagamenti e transazioni varie on line, ma anche le carte di credito sono in grado di fornire lo stesso servizio a costi minori e con tempi inferiori”.

La funzione principale del Bitcoin può essere assolta dalle carte di credito, quindi, secondo Krugman, l’unico scopo della valuta digitale è “nascondere cosa stai comprando o cosa stai vendendo. È per questo che l’uso effettivo di Bitcoin sembra implicare droghe, sesso e altri mercati neri.”

Quanto affermato ravvisa nel BTC solamente un utilizzo derivante e promotore di illegalità, una sorta di nuovo conio del male.

Non c’è dubbio che le parole del professore abbiano una logica se inserite nel contesto della speculazione e dei rischi derivanti da investimenti senza le dovute cautele.

È vero che nell’universo cripto esistono poche cautele, ma è pur vero che la finanza creativa ha abituato a un mondo in cui il livello di rischio determina il livello di rendimento.

Adesso, sembra un po’ tardi per scandalizzarsi.

This article was originally posted on FX Empire

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