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Bitcoin: l’ottimismo previsionale di Pantera Capital

Il Bitcoin si appresterebbe a crescere in maniera esponenziale

Il Bitcoin continua a far discutere.

E a dividere.

Specie in un momento in cui la cripto nakamotiana sia titolare di un trend incerto anche a causa dello sconvolgimento tecnofinanziario apportato da Libra, volano di gran fermento nel comparto fintech.

Risulta oggi opportuno soffermarsi su quella frangia di sostenitori del Bitcoin per i quali addirittura la stessa cripto potrebbe raggiungere vette impensabili.

Guida la schiera dei Bitcoin friendly Dan Morehead, fondatore e amministratore delegato di Pantera Capital, fondo d’investimento particolarmente attivo nella blockchain e fortemente focalizzato nel Bitcoin.

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Morehead è recentemente intervenuto a Unchained, podcast di Laura Shin, in cui illustra il lavoro previsionale del fondo d’investimento cripto insieme al collega Joey Kruger, fondatore di Augur e co-chief investment officer della stessa società cripto.

Il contributo di Morehead è particolarmente significativo perché il colletto bianco afferma come il BTC abbia buone possibilità di raggiungere quota 42.000 dollari entro la fine del 2019 e apprezzarsi fino a 356.000 dollari nel prossimo triennio.

Simili dichiarazioni appaiono come vere e proprie bombe, quindi l’ex ceo di Atriax illustra il tipo di analisi propedeutica a un siffatto risultato previsionale (nella fattispecie, più teorica che analitica).

Morehead prende le mosse dal ciclo di vita della blockchain, considerata nel suo insieme, sottolineando come sia la tecnologia della catena dei blocchi, sia la criptovaluta che ne è il prodotto, abbiano conosciuto un ciclo di vita piuttosto breve, vale a dire più o meno dieci anni.

Un simile orizzonte temporale non è dirimente per completare la piena maturazione per un settore, quello cripto, avente ancora ampi margini di crescita attraverso implementazione. Ne deriva che sarà necessario almeno un altro decennio affinché la blockchain si evolva fino a completare un processo di maturazione che sviluppi il suo pieno potenziale.

Il discorso di cui sopra vale esattamente anche per il BTC, piena e diretta emanazione ed espressione della blockchain.

Nel dettaglio, Pantera Capital stima che il trend BTC s’innalzerà fino a raggiungere quota 42.000 dollari entro il 2019. Oltrepasserà tale soglia per arrivare a 122.000 dollari entro il 2020 e giungerà a ben 356.000 dollari alla fine del 2021, completando così quel livellamento verso l’alto previsto da Morehead.

Il ceo di Pantera Capital ha ammesso come un simile orizzonte previsionale possa destare critiche e muovere posizione di contrasto, proprio per l’eccezionalità del fenomeno. È tuttavia sicuro dell’accuratezza analitica del fondo che dirige, per cui si dice fiducioso del risultato di dicembre 2019.

Morehead specifica come, per quanto connessi, blockchain e Bitcoin siano da considerarsi slegati da un punto di vista valoriale. La tecnologia blockchain non aumenta o diminuisce il proprio valore in riferimento alle montagne russe nakamotiane, né in questo momento può farsi esclusivo riferimento all’analisi storica.

La disamina di Morehead ha riguardo la tipologia di investitori che arricchiscono il novero delle cripto, agli inizi fondamentalmente appartenenti a categorie professionali di Wall Street, oggi invece facenti capo alla più grande trasversalità.

Se prima l’obiettivo dell’investimento era la maturazione di fondi personali, oggi la portata della tecnologia blockchain ha aperto la strada verso un’interpretazione di progresso cripto che contempli la crescita aziendale e i software open-source, contingenza che allarga l’orizzonte criptovalutario estendendone anche i margini.

Le precisazioni di cui sopra acquistano maggior fondamento se si pensa che diversi investitori professionali, per stessa ammissione di Morehead, investissero proprio nella sua Venture Capital, mentre al giorno d’oggi la platea d’investitori si è ampliata sia in termini quantitativi, sia qualitativi.

Il quadro che ne deriva consta di un’arma a doppio taglio, vale a dire che sia presente un insieme di vantaggi legati alle grandi risorse approntate da importanti investitori istituzionali con capitali rilevanti cui consegue l’ovvia conseguenza della lentezza dei processi legata proprio alla tipologia d’investitori, solidi ma giustamente cauti.

L’analisi fornita di Morehead è alquanto interessante, anche se dinamiche previsionali così nette e ambiziose lasciano perplessi in riferimento a reali margini di fattibilità, la cui realizzazione non è peraltro, almeno in questa sede, argomentata e fondata su dati obiettivi e completamente inattaccabili.

This article was originally posted on FX Empire

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