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Bnl-Unipol, processo Berlusconi rinviato a dopo le elezioni

I giudici del Tribunale di Milano, accogliendo la richiesta dell'imputato Silvio Berlusconi, hanno rinviato il processo Unipol per rivelazione del segreto di ufficio a dopo le elezioni, fissando la data al 7 marzo. I giudici, nell'ordinanza, premettendo che la richiesta faceva riferimento all'opportunità, spiegano che si tratta di rispettare un diritto costituzionalmente garantito dell'imputato Berlusconi, che è candidato.

La difesa di Silvio Berlusconi aveva chiesto di posticipare la sentenza del processo con al centro le intercettazioni pubblicate da Il Giornale tra il segretario Ds, Piero Fassino, e l'allora presidente di Unipol , Giovanni Consorte (con la famosa frase "abbiamo una banca") a dopo le elezioni. Il verdetto era previsto per il 7 febbraio.

Il Pm Maurizio Romanelli si è opposto alla richiesta dell'avvocato, Piero Longo, uno dei difensori di Silvio Berlusconi, per il quale ha chiesto un anno di reclusione con l'accusa di concorso di rivelazione di segreto d'ufficio. Secondo il Pubblico ministero "il processo deve andare avanti" perché "le regole sono le regole e ci devono essere ragioni forti per impedire la prosecuzione del processo". Alla posizione del Pm si è associato l'avvocato di parte civile, Carlo Federico Grosso, che rappresenta gli interessi di Piero Fassino.

Oggi il legale dell'ex premier, Massimo Montesano, al termine della sua arringa nel processo Bnl- Unipol ha chiesto "l'assoluzione per Silvio Berlusconi senza se e senza ma". Durante la sua requisitoria Montesano, in merito alle intercettazioni pubblicate da Il Giornale, ha spiegato che "ammesso che Berlusconi l'abbia ascoltata poteva non essere a conoscenza della secretezza dell'intercettazione".

A proposito poi di Fabrizio Favata che avrebbe fornito al quotidiano milanese l'intercettazione, ha detto di ritenere che possa essere considerato una persona non credibile. Secondo il legale Favata millantava rapporti personali con la famiglia Berlusconi, ma in realtà non ha mai fatto nulla, non ha mai avuto capacità imprenditoriali, anche se si considerava un abile venditore. Favata quindi, secondo il legale, dopo questa vicenda non avrebbe perso nulla, non come Roberto Raffaelli (titolare della società che si occupava delle intercettazioni), che ha invece perso il lavoro e la società.