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La BoJ ribadirà la sua impostazione da colomba

In vista della riunione della BoJ, andare corti sullo JPY

By Peter Rosenstreich

Anche se altre banche centrali si sono orientate verso un restringimento della politica, non prevediamo che la BoJ farà altrettanto. Nonostante le pressioni politiche e gli interrogativi sull’efficacia della politica non convenzionale, durante la riunione di politica monetaria che durerà due giorni, la BoJ dovrebbe riaffermare la sua strategia attuale di politica monetaria. Il Giappone è ancora lontano dall’obiettivo d’inflazione al 2% e probabilmente la banca abbasserà le previsioni per l’IPC nel 2017-18, quindi le pressioni per cambiare approccio il più presto possibile sono inferiori rispetto ad altre nazioni. Ciò nonostante, per controllare la curva dei rendimenti, la BoJ ha già spostato l’enfasi dagli acquisti di titoli JGB, rallentando gli acquisti rispetto agli 80 mila miliardi di yen all’anno, perché i membri hanno ammesso di aver raggiunto limiti quantitativi. Anche se probabilmente questa strategia avrà un effetto meno diretto sull’inflazione interna (sebbene in Giappone l’espansione degli attivi di bilancio non abbia entusiasmato), la gestione della curva dei rendimenti consente alla BoJ di ampliare lo spread fra i tassi d’interesse, influenzando così lo yen, molto sensibile ai tassi d’interesse. I commenti della BoJ dovrebbero concentrarsi sulla sua capacità di controllare la curva, fissando, fra le altre cose, i rendimenti dei JGB a scadenza decennale allo 0%.

I mercati staranno discutendo sul potenziale ritiro della politica ultra-accomodante di Kuroda ma a questa riunione non arriveranno segnali a proposito. È interessante notare che Takahide Kiuchi e Takehiro Sato, i membri del consiglio che hanno sempre resistito alla politica espansionista di Kuroda, usciranno dal comitato dopo questa riunione di politica monetaria.

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Intanto la Fed si prepara a ridurre i suoi attivi di bilancio e la BCE (Toronto: BCE-PRA.TO - notizie) dovrebbe prendere in considerazione un tapering degli acquisti di asset, due modi sottili per restringere la politica. Le curve dei rendimenti dei titoli USA ed europei dovrebbero salire ulteriormente. Siamo abbastanza ottimisti sulla probabilità di un rialzo del tasso di 25 punti base dalla Fed a dicembre, anche se nelle ultime settimane i mercati si sono allontanati da questa visione aggressiva. Ora il tasso sui Fed Fund sconta solo un rialzo di 40 punti base rispetto ai 55 punti base di una settimana fa, mentre i rendimenti dei decennali USA sono scesi di 13 punti base, al 2,26%. Un riprezzamento di tassi più alti negli USA dovrebbe spingere di nuovo l’USD/JPY verso 114. L’impostazione da colomba risoluta della BoJ, mentre la Fed e la BCE si dirigono verso l’uscita, dovrebbe far indebolire lo yen. Propendiamo per ricaricare lunghi sull’USD/JPY a 111,80/90 per un movimento di medio termine verso 114,49.

Russia: cala la disoccupazione ma la situazione economica appare disomogenea

By Yann Quelenn

Dalla crisi del 2008, il tasso di disoccupazione è in calo e il dato che sarà pubblicato oggi si avvicinerà al 5%. La cifra dovrebbe risultare più bassa, pari al 5,1% rispetto al 5,2% di un mese prima.

Il tasso di disoccupazione sta calando, ma aumenta la proporzione di persone disoccupate in possesso di una laurea. Il crollo del rublo nel 2014 ha creato grandi difficoltà che impediscono alle aziende di assumere questi lavoratori qualificati. Inoltre, oggi ci sono più laureati rispetto a 10 anni fa. Quindi è naturale che la proporzione stia aumentando.

Nel (Londra: 0E4Q.L - notizie) frattempo, il reddito reale disponibile è sceso per il quarto mese consecutivo (-0,4% a giugno). Invece a giugno le vendite al dettaglio sono cresciute dell’1,1% a/a, dopo il +0,1% registrato a maggio. Per almeno tre anni, però, la crescita annua delle vendite al dettaglio è stata negativa. A giugno l’inflazione è salita del 4,4% a/a. Si tratta del tasso più elevato da febbraio.

Il tasso di riferimento russo è stato abbassato al 9%. Il differenziale con l’inflazione è ancora importante e dovremmo assistere a un lento restringimento della politica monetaria della banca centrale russa (CBR), perché la crescita rimane debole. Gli ultimi dati sul PIL riferiti al T1 sono stati positivi; per quanto debole, si è registrata una crescita dello 0,5%.

Crediamo quindi che il rublo si apprezzerà, anche se l’aumento dovrebbe essere limitato per effetto dell’intervento della CBR. Miriamo a 56 prima della fine dell’anno.

Autore: Swissquote Per ulteriori notizie, analisi, interviste, visita il sito di Trend Online