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Bolletta della luce gonfiata? 5 cose a cui bisogna prestare attenzione

Getty Images
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In questo periodo storico i prezzi delle materie prime, in particolare di energia elettrica e gas naturale, sono in diminuzione a causa della pandemia da coronavirus. Ritrovarsi dunque una bolletta della luce molto più elevata rispetto ai costi che erano stati preventivati non è di certo in linea con il trend attuale.

Ma ci sono svariati motivi per i quali la fattura può risultare gonfiata rispetto ai consumi reali. E controllando nel modo giusto la bolletta è possibile evitare di pagare ciò che non si deve. Alcuni consigli utili giungono da SosTariffe.it

Ecco 5 cose alle quali bisogna assolutamente prestare attenzione per non dover mettere mano al portafogli e sborsare cifre “ingiuste”.

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1) Le voci “fisse” sulla bolletta

La bolletta della luce è costituita da alcune voci fisse, tra le quali rientrano la spesa per la materia prima, che viene definita dal fornitore ed è quella presente sul contratto sottoscritto, la spesa per il trasporto dell’energia dalle centrali alle abitazioni, la spesa per la lettura e la gestione del contatore, variabile in relazione ai consumi, la spesa per gli oneri di sistema. Si aggiungono poi l’IVA e le accise e il canone RAI, che ha un costo di 9 euro al mese, ripetuto per un totale di 10 bollette. Per verificare che i valori riportati siano effettivi si può fare un confronto fra quanto indicato in fattura e i valori reali del proprio contatore. Le bollette arrivano sempre con la stessa cadenza, in genere ogni due mesi. Nel caso in cui la bolletta non dovesse arrivare si consiglia di contattare il proprio fornitore, al fine di comunicare l’autolettura (per telefono, online oppure via fax).

2) L’autolettura

Spesso accade che quanto presente in bolletta non corrisponda effettivamente al consumo reale, ma sia un consumo stimato sulla base degli andamenti avuti dal consumatore nei mesi precedenti. Quando ci si rende conto di questa “anomalia”, è meglio contattare il servizio clienti del proprio fornitore per ricevere una nuova fattura con i valori che si è tenuti a pagare e la restituzione della somma extra che è stata erroneamente versata. Per effettuare l’autolettura, sarà sufficiente premere il tasto grigio presente vicino al display, nel caso di contatore elettrico, e attendere che compaia l’informazione relativa al consumo, oppure leggere soltanto i numeri prima delle virgola, nel caso di contatore tradizionale.

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3) Il profilo di consumo

Si tratta di un dato che può essere facilmente reperito in bolletta, assieme ad altri elementi quali la tipologia di offerta, la tensione della fornitura, la potenza impegnata. L’uso può essere di tipo domestico, residente o non residente. Potrebbe accadere che il profilo che è stato scelto durante la stipula del contratto non sia applicato in modo corretto. In tal caso si può inviare un reclamo al proprio fornitore, allegando la documentazione che dimostri di appartenere a un determinato profilo. Nel caso in cui fossero state pagate somme in più non dovute, sarà anche possibile richiedere il rimborso.

4) Le condizioni contrattuali

Altro consiglio utile: verificare le condizioni contrattuali, che potrebbero non essere applicate nel modo giusto e far lievitare così la somma finale da pagare. Se, per esempio, è stata sottoscritta una tariffa di tipo monorario e in fattura ci sono due fasce, ad esempio la F1 e la F2, vorrà dire che è stato commesso un errore. Potrebbe anche verificarsi il contrario: chi ha richiesto una tariffa bioraria, perché trascorre la maggior parte del proprio tempo lontano da casa e sa che le fasce serali e del weekend costano meno, potrà comunicare l’eventuale applicazione erronea di una tariffa monoraria. Basterà rivolgersi al servizio clienti del proprio fornitore e fare riferimento a quanto sottoscritto nel contratto.

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5) Termini di prescrizione

Le fatture dell’energia elettrica hanno un termine di prescrizione di due anni: questo significa che i consumatori non sono tenuti a pagare le fatture antecedenti ai due anni dalla data di emissione. Una volta trascorso il termine di prescrizione, il fornitore non potrà più pretendere il pagamento della bolletta e non potrà neanche sospendere la fornitura per morosità. Nel caso in cui si dovesse ricevere in fattura un importo caduto in prescrizione, bisognerà sospendere il pagamento della fattura e inviare un reclamo tramite raccomandata A/R.

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