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Bond Cdp t.v. a 100 e Orange 8,125% a 200 con pari yield sono!

Può capitare anche questo nello strano mondo dei bond in euro: che un titolo ormai prossimo a diventare tasso variabile con scadenza 2022, indicizzato Euribor + 0,50%, renda poco meno di uno più lungo di oltre 10 anni, a cedola 8,125%. E’ evidente che si tratta di un confronto teoricamente un po’ bislacco, ma utile – alla prova dei fatti – per dimostrare come le politiche monetarie in atto portino a situazioni impensabili soltanto due anni fa e rischiose per l’investitore poco attento.

Il Cdp continua scendere

Ormai vicina a quota 100, l’obbligazione della nostra Cassa Depositi e Prestiti (Isin IT0005090995) si trasformerà il 20/3/2017 da tasso fisso (1,75%) in tasso variabile. Inevitabile il trend ribassista, che sta riportando il titolo verso quota 100, lontano dai 101,7 di inizio anno. Complici vari fattori, il Cdp resta uno dei più scambiati sul Mot, con una media fra 60 e 80 contratti al giorno e controvalori sempre significativi. La sua volatilità risulta minima (di circa l’1,5% negli ultimi sei mesi) e vari indicatori – improntati al ribasso – evidenziano la possibile discesa entro fine anno sotto quota 100. Con un Euribor a 3 mesi al -0,30% è inevitabile che i venditori abbiano il sopravvento sui compratori, chiudendo – almeno per ora – la fase in cui il Cdp costituiva un’ottima soluzione per collocare liquidità. Certo è che fino a marzo – ovvero nel periodo ancora a tasso fisso - garantisce un rendimento accettabile nel quadro attuale.

Quell’Orange (Londra: 0OQV.L - notizie) che sale nell’Olimpo

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Il traguardo dei 200 è davvero un avvenimento per un’obbligazione. Poche hanno superato tale quotazione; sono quasi solo inflation linked di vecchia generazione, con elevati coefficienti di indicizzazione sulle spalle, e senior “corporate” – specialmente del settore assicurativo - ad altissima cedola (oltre il 10%) espresse in varie valute. Sul fronte dell’euro la casistica si riduce di molto e l’aver raggiunto la linea di arrivo del raddoppio del capitale nominale costituisce un bel record per l’ex France Telecom – ora Orange – a tasso fisso 8,125% con scadenza 28/1/2033 (Isin FR0000471930). A favorire il tutto ci sono due indiscutibili punti forti: il taglio minimo di soli 1.000 euro e la quotazione su molte Borse europee. Nonché la solidità dell’emittente, fra l’altro inserito nel piano di acquisti da parte della BCE (Toronto: BCE-PA.TO - notizie) . Un “mix” che comprime ormai il rendimento sull’1%, con una volatilità media al 10%. L’Orange quota sui 202 euro, ma nelle scorse sedute ha anche toccato i 203,3. A fine 2011 prezzava sui 125 e il “consensus” di alcuni analisti si spostò allora sul “sell”, visto che il relativo titolo azionario era entrato in una fase di quasi abulia da trend. Il mercato tuttavia assiste e non partecipa: gli scambi sul Mot del bond 8,125% si sono azzerati da inizio settembre in poi. Che lo compri pure solo la BCE!

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