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Bond day: Btp Italia e altri, perfetti per beffare il fisco

Da qualche tempo si registrano scambi intensi sui Btp Italia. La motivazione più scontata è che il risveglio dell’inflazione riporta in primo piano tale tipologia di titoli, concepiti in un momento in cui l’andamento del costo della vita sembrava destinato a quel calo poi materializzatosi. Quanto più sorprende sta nel fatto che parte degli ordini si è concentrata, a partire dalla seconda metà del 2016, su vite residue corte, anzi cortissime, ovvero sulle 2017 (aprile e novembre): ciò si deve in parte a un “buco” nelle scadenze, poiché i Btp Italia successivi vanno all’aprile 2020. Strategia quindi inevitabile, ma derivante pure da una seconda motivazione, consistente nella ricerca di credito fiscale. L’aprile 2017 quota sui 100,44, mentre il novembre si muove poco sopra 102. D’altra parte si verifica interesse per tutti i bond - bancari e corporate - a scadenza corta e media con quotazione oltre 100, seppure i loro rendimenti (quando positivi) siano marginali, il che dipende dallo stesso motivo. Se i Btp Italia consentono minus tutto sommato minori (a causa dell’aliquota 12,5%), altre obbligazioni risultano più “generose” da questo punto di vista, poiché soggette ad aliquota 26%.

Qualche esempio

Interessanti in ottica fiscale sono in particolare alcuni subordinati Tier 2. Per esempio l’Ubi (Taiwan OTC: 6562.TWO - notizie) 4,3% scadenza 5/11/2017 (Isin IT0004645963), a taglio 1.000 euro, rende l’1,3% lordo ma garantisce un 2% di quanto investito come capitale soggetto a minus, giacché prezza sui 102. Il rischio subordinazione su una scadenza così corta è di fatto nullo. Su una durata leggermente più lunga, ma con taglio 100.000 euro, si evidenzia il Banco Popolare (Amsterdam: PB8.AS - notizie) 22/1/2018 (Isin XS1070681397): quota sui 101,4, con rendimento allo 0,78% lordo, ma “produce” una buona minus. Il vecchio Rbs Marzo 23/3/2018 “Royal Combinazione Perfetta” è davvero tale: la sua struttura prevede cedole pari alla differenza fra il 10% e due volte il valore del tasso Euribor 6 mesi, il che attualmente si traduce in un 10,4% annuo. Inevitabilmente alta la quotazione, quantificabile in un 109,9 euro: equivale allo 0,8% di rendimento lordo, ma con una consistente minus, che rende appropriata la denominazione “combinazione perfetta”. Più di così?

Consigli utili

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La lista potrebbe proseguire ancora, ma è il caso di fornire anche alcuni consigli utili alla gestione di questa strategia fiscale:

  1. Trattandosi di bond a scadenza corta gli scambi possono in alcune fasi dei mercati ridursi e anche di molto. Attenzione poi a calcolare bene la convenienza degli acquisti, in base a prezzi di transazione più commissioni di entrata, mentre quelle di uscita non saranno pagate perché si va inevitabilmente a rimborso.

  2. Occorre scegliere solo bond in euro, per essere sicuri già in partenza della minus che verrà accumulata, eleminando l’incertezza del fattore cambio.

  3. La preferenza di scadenze corte garantisce maggiore sicurezza, eliminando fattori di perplessità quali eventuali variazioni dei tassi di riferimento.

  4. Attenzione infine, nella fase attuale, a non incorrere in titoli con il segno meno, che logicamente riducono il senso dell’operazione. Sulle scadenze fine 2017 e poi 2018 sono ancora moltissime le obbligazioni a yield negativo. Vanno immancabilmente scartate, perché le minus sono importanti ma il rendimento lo è ancor più.

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