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Bond day: un modo per guadagnare con i Btp

Si combattono a colpi di contratti e di controvalore la loro supremazia sul Mot: i due Btp extralunghi, il 2,7% scadenza 2047 (Isin IT0005162828) e il 2,8% scadenza 2067 (Isin IT0005217390), da qualche tempo guidano la classifica dei Buoni del Tesoro più scambiati, grazie soprattutto a due fattori: 1°) la quotazione nettamente sotto la pari (89,5 euro ieri il 2047 e 83,4 euro il 2067); 2°) una volatilità elevata, confermata dai rispettivi valori (su 180 sedute) del 18,2% e del 19,5%. Scesi entrambi ben lontano dai prezzi di collocamento, evidenziano tuttavia dinamiche molto simili sul secondario. Dalla prima seduta dell’anno il trentennale ha perso il 6,74% e il cinquantennale il 6,67%. I rispettivi grafici coincidono di fatto in maniera quasi perfetta in termini di mutamenti percentuali, sebbene il 2047 tenda ad accentuare – pur di poco – le variazioni nelle fasi sia di ribasso sia di rialzo.

Lo “spread” migliore è un altro

Il confronto fra i due titoli non evidenzia quindi aperture tali da giustificare “switch” fra l’uno e l’altro in rapporto alle quotazioni sul secondario, il che sorprende un po’, poiché una differenza di vita residua di ben 20 anni, con “duration” rispettive di 20,2 il 2047 e di 25,1 il 2067, dovrebbe riflettersi in maniera più accentuata. Un divario discontinuo si riscontra invece - da parte di entrambi - nei confronti del decennale 2,2% scadenza 2027 (Isin IT0005240830). L’analisi a 30 giorni evidenzia che 3 marzo lo “spread” di variazione in percentuale era negativo per il decennale, ma assumeva il segno più solo una settimana dopo (+3,2% rispetto al 2047 e +2,8% sul 2067). Le tensioni dei mercati internazionali si riverberano infatti in maniera diversa sulla curva degli yield, producendo interessanti performance per chi esegua arbitraggi sui titoli di Stato italiani, molto reattivi e sempre sufficientemente liquidi. I grafici confermano che, a sorpresa, le variazioni maggiori si sono manifestate negli ultimi giorni fra il 2027 e il 2047, sebbene in altre fasi il trend sia stato più accentuato fra il 2027 e il 2067. In sintesi quindi le diverse caratteristiche degli extralunghi non portano a un vincitore dell’uno rispetto all’altro, mentre si riscontra un effettivo divario mobile fra la coppia dei due e il decennale, con variazioni discordanti nell’arco anche di poche sedute.

La strategia vincente è questa

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In una fase di forte incertezza sui rendimenti futuri dei titoli di Stato italiani, così come di tutti i governativi in euro e non – ormai “boicottati” nei giudizi degli operatori istituzionali – un modo per aumentare il rendimento dei portafogli obbligazionari sta proprio nello switciare fra scadenze diverse in rapporto all’andamento delle variazioni in percentuale delle quotazioni, ipersensibili alle “news” non solo sulle prospettive dei tassi in area Bce (Toronto: BCE-PRA.TO - notizie) ma pure sui trend dei “colleghi” d’oltre Oceano. Il primo trimestre 2017 si è dimostrato ottimo sotto questo profilo e le prospettive appaiono altrettanto ottimistiche per il proseguimento dell’anno.

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