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Bond oggi: Btp, scatta il bollino rosso. Ma il mercato lo scansa

Il segnale inviato dalla Bce è stato pesante. Draghi ha detto giovedì: “la sostenibilità dei conti è la principale preoccupazione per i Paesi ad alto debito”. Una cosa apparentemente banale, ma in politichese (e Draghi è un politico) si tratta di un preciso richiamo, confermato dall’assicurazione che, in caso la situazione diventasse meno favorevole, la Bce (Toronto: BCE-PRA.TO - notizie) non potrebbe più riaumentare i propri acquisti di titoli di Stato nell’ambito di quello che si annuncerà presto come l’ex Quantitative Easing. Due bombe una dietro l’altra! Scontate, inevitabili e quasi invocate, ma fino a un certo punto. Pronosticare infatti che qualcosa possa cambiare è logico. Sentirlo dire risulta inatteso.

Un po’ di fatalismo non fa male

In questo contesto i mercati non sembrano averla presa troppo male. Martellati ormai da minacce di ogni tipo, che poi smussano, ha tirato dritto di fronte ad avvisaglie lette appunto in chiave politica. Lo conferma il Long Term Btp Future: ha continuato nel suo trend rialzista quando tutto avrebbe potuto far propendere in direzione opposta. Perfettamente sostenuto perfino dalla media mobile a 10 sedute è stabilmente sopra quota 135, smentendo ogni preoccupazione. Al punto tale che vari desk operativi continuano a ripetere una frase già sentita nella prima parte dell’anno: “o i big dei mercati sanno cose che noi non sappiamo oppure stanno prendendo una sonora cantonata”. Un’analisi approfondita del quadro tecnico convalida una forza del Btp che ha dello straordinario e che in parte smorza le affermazioni di Draghi. Dal 14 febbraio si è infatti delineato un nuovo trend primario rialzista inizialmente timido, dato l’avvicinarci dell’evento elettorale, poi sconfessato a fine mese ma infine nettamente riproposto e che oggi vede le quotazioni assestate sopra la stessa trendline. Fino a quando durerà una simile cuccagna? Quota 134,95 è un primo supporto, seguito da uno di minore intensità a 134,13, ma una vera inversione avverrebbe solo sotto i 128. E’ da così tanto tempo che si ripete questa litania da temere di essere soporiferi.

Attenzione alla rapidità delle inversioni

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Se il quadro continua a essere favorevole ciò non esclude che il timore di eventuali veloci rovesciamenti della situazione vada preso in considerazione. Saltata ormai la correlazione con il Bund e scavalcata la dipendenza dagli esiti elettorali, il Btp potrebbe trovare debolezza dai risultati magari meno positivi di qualche asta o da improvvisi annunci di casa nostra in chiave di politica economica o infine da rischi latenti, non bene precisabili. Inesistenti invece i timori di rialzo dei tassi e questo fattore ha portato negli ultimi due giorni a un corretto riequilibrio di scambi fra Btp e Cct. Si è invece notato un parziale trasferimento di capitali dalla parte lunga della curva a quella medio/corta, il che può essere interpretato come un modo di cautelarsi. Fintanto che però il principe dei Btp, il 2,8% scadenza 2067, resterà sui livelli attuali, fra l’altro registrando una compressione di volatilità, i timori si dimostrano ingiustificati. C’è chi congettura addirittura che il più lungo dei Btp si riavvicini a quota 100. L’ipotesi sembra irrealistica ma se si manifestasse ulteriore spinta rialzista verrebbe logico pensare che i big dei mercati sappiano davvero cose che non noi non sappiamo. Nell’attesa di evoluzioni godiamoci un momento davvero eccellente, senza però trascurare i rischi che ciò comporta.

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