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Bond oggi: l’Etf ingegnoso sugli high yield tiene botta

Pur con una certa volatilità intraday, uno degli Etf che più piace agli investitori in bond high yield, il Pimco short term 0-5 anni hy euro hedged (Isin IE00BF8HV600) non solo regge alle pressioni ribassiste delle quotazioni dei Treasuries ma continua a segnare ottime performance in termini di scambi, con almeno 50 contratti giornalieri. Le sue caratteristiche di replicante di obbligazioni high yield in $, ma limitatamente alle scadenze corte e medie e con copertura del cambio, lo favoriscono certamente nel confronto con il “cugino” – sempre di Pimco – senza copertura cambio (Isin IE00B7N3YW49) e specialmente con gli altri Etf riferiti alle emissioni a più elevato rischio. E’ indubbio che la struttura a distribuzione mensile costituisce il maggiore motivo di richiamo, ma qui interessa analizzarne i movimenti sul mercato.

Due supporti

Da mesi ormai si pensa che le prese di profitto nel comparto high yield possano prima o poi colpire anche l’Etf short term di Pimco, ma le settimane passano e ciò non avviene, sebbene! Da inizio anno si è vista debolezza soprattutto all’inizio di febbraio, in concomitanza con la frenata dei Treasuries, ma si è trattato di poca cosa: la quotazione infatti è scesa da 94 a 92 euro, trovando due successivi supporti, piuttosto vicini fra loro. Un primo è nell’area dei 91,6 e un secondo sui 91,07, con la conferma nelle ultime sedute della permanenza fra i 92 e i 92,5. I vari indicatori tecnici accreditano una stabilità a prova di Fed ma attenzione (ed ecco il motivo di quel sebbene!): le medie mobili a 40 e 100 sedute documentano una lenta e progressiva fase correttiva, avendo tagliato da tempo al ribasso.

Il confronto svela un’altra verità

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Qualche sorpresa giunge invece da una comparazione fra i due Etf, con o senza copertura del cambio. I movimenti – pur su scale diverse ma nemmeno troppo – dimostrano che i trend sono esattamente identici, consentendo quindi di passare dall’uno all’altro in funzione delle previsioni di cambio €/$ senza che altre variabili incidano sulla performance. Considerando che lo yield da dividendi si aggira sul 5%, la semplice strategia di switciare dall’uno all’altro in base al cross valutario può migliorare ancor più i rendimenti, ancorché richieda una continua applicazione, considerando che la volatilità media del non hedgiato risulta doppia rispetto a quella dell’hedgiato, pur con valori nel complesso contenuti. Stante la difficoltà di reperire bond high yield in $ quotati sulle piattaforme italiane (se si escludono i soliti Petrobras e poco altro), l’opzione Etf è di gran lunga la preferibile, soprattutto se si riesce a migliorare le rese con semplici arbitraggi su copie di prodotti similari. Come si sta intanto comportando in generale il settore high yield in dollari? Vive una fase di debolezza, che è però poca cosa rispetto alle previsioni catastrofiche dei mesi scorsi. Un solo numero lo dimostra. Il Bofaml Us High Yield Effective Yield, indice di riferimento del mercato, è sì salito passando dal 5,4% di ottobre all’attuale 6,24%, ma resta comunque all’interno di un movimento marginale nei confronti dell’equivalente trend registrato dai titoli di Stato Usa. La tempesta arriverà nei prossimi mesi? E’ presto per dirlo.

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