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Bond oggi: il Tier 2 a basso rischio si agita nell’intraday

La ricerca di vicende un po’ particolari sui mercati obbligazionari porta oggi a mettere in evidenza un’emissione subordinata a scadenza corta, che sta dimostrandosi molto vivace sul Mot. Si tratta dell’Ubi Tier 2 scadenza giugno 2019 (Isin IT0004497050) in euro, sempre molto scambiato, con oltre 500 contratti mensili. Attualmente paga l’Euribor 6 mesi + 1,85%, con la prossima cedola semestrale dello 0,79%. Una particolarità sta nel fatto che – pur avendo una vita residua modesta – evidenzia una certa correlazione con l’azione Ubi (Taiwan OTC: 6562.TWO - notizie) , più di quanto non accada per altri subordinati.

L’analisi tecnica

Trattandosi di un Tier 2 a basso rischio, l’aspetto più significativo consiste nella volatilità intraday, confermata proprio nelle ultime sedute, dove le candele, quasi sempre verdi, hanno esibito movimenti accentuati. Ieri, per esempio, si è mosso fra un minimo a 100,4 e un massimo a 101,28, per poi chiudere a 101,1. L’accentuazione del rimbalzo ha portato il titolo lontano dal supporto dei 100, su cui si era stabilizzato dal 10 gennaio scorso. Ma è su questo livello che l’“appeal” tornerebbe elevatissimo, rivolgendosi sia a chi fa trading a bassa rischiosità sia a chi debba collocare liquidità di breve/medio periodo, fascia di buyers probabilmente più accentuata nell’ultimo periodo. Con una resistenza di breve a 100,5, che ha rotto al rialzo, offre un quadro grafico ben individuabile, per quanto l’upside delle ultime sedute sia apparso decisamente accentuato.

E sotto i 99,5 sarebbe un affare

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Nelle ultime 200 sedute ha toccato minimi intraday sotto i 99,5 euro per 5 volte, offrendo un’ottima occasione di buy. Difficilmente ritroverà tale valore nel breve termine, ma nel caso di forti correzioni dell’azionario la pressione al ribasso potrebbe ripetersi, come avvenuto nell’ultima parte di dicembre. Certo è che una cedola dell’1,58% su scadenza a poco più di un anno, con yield dello 0,77%, non può essere trascurata, ma diventerebbe ancor più significativa in presenza di un’eventuale correzione sui 100,5, cui corrisponderebbe uno yield dell’1,21%, con comunque quell’indicizzazione all’Euribor a 6 mesi che potrebbe anche riservare qualche piacevole sorpresa a ridosso del rimborso.

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