Bond test: conviene o no la World Bank 5,8% in rupie indiane
Una divisa emergente di grande interesse, perché riferita all’economia mondiale che sta maggiormente crescendo negli ultimi mesi, con un tasso di incremento annuale del Pil al 7,9%. La rupia indiana ha nel complesso approfittato di questo “boom”, ma solo se si confronta con la situazione di crisi del 2013/2014. Da allora si è rafforzata sull’euro, passando dallo “spike” di 92,06 del 28 agosto 2013 al “cross” migliore del marzo 2015, situato attorno ai 65 INR. Dopo è iniziata un’inversione, che ha riportato la rupia verso gli attuali 75, con un trend volatile inserito in un canale ribassista, che potrebbe proseguire ancora per alcuni mesi. Tutti gli indicatori e soprattutto le medie mobili indicano un deciso “sell” per la divisa indiana rispetto all’euro. L’attuale quotazione costituisce però un’area di accentuata volatilità, con escursioni comprese fra 72 e 78 e quindi si rivela adatta all’avvio di un piano di acquisti a “tranche” mediante bond, per mediare soprattutto sul “cross” valutario.
Sul Mot ha esordito da poco una tripla A
A Borsa Italiana sono quotate solo due emissioni obbligazionarie in INR: una Société Generale 5% a vita residua corta (aprile 2017) e la nuova World Bank 5,8% con scadenza 22 luglio 2021 (Isin XS1442212145). Quest’ultima ha scambiato abbastanza nella fase iniziale delle contrattazioni – partita il 22 luglio – per poi attestarsi su contratti e controvalori inevitabilmente in discesa, complice in parte la calma ferragostana. Con un lotto minimo di 150.000 INR (circa 1.990 euro) si adatta bene a eventuali piani di accumulo, ma registra attualmente una situazione di netto prevalere dell’offerta del “dealer” collocatore, con quotazioni ben oltre il prezzo iniziale a 100. Gira infatti sui 105 circa, dopo aver addirittura toccato ai primi di agosto i 107,5. Il bond è proposto anche su altri sistemi multilaterali di negoziazione in Europa, dove risulta illiquido, e alle quotazioni attuali rende a scadenza un 4,53% lordo, tassato però al 12,5%, trattandosi di obbligazione emessa da un’organizzazione sovranazionale.
Il confronto dice che…
Lo “yield” medio attuale dei bond in INR sul mercato “Otc” si aggira sul 6,2-6,5%, con una prevalenza di titoli di Stato indiani, non sempre trattati però a causa di restrizioni normative. Ci sono poi molte obbligazioni di altre organizzazioni internazionali, non sempre liquide. Un possibile raffronto è possibile comunque con la IFC (International Finance Corporation, quindi nuovamente World Bank) a cedola 7,8% e scadenza 3/6/2019 (Isin US45950VCV62 – taglio minimo 10.000 INR), che prezza sui 104,8, con un rendimento del 6,2%. Quotato su varie Borse europee, ha “spread” denaro/lettera abbastanza contenuti, con scambi sempre piuttosto allegri.
In sintesi
L’emissione 5,8% di World Bank è interessante, ma nella fase attuale appare cara confrontandola con la “concorrenza” più o meno diretta. Con un “ask” ora decisamente prevalente, data la fase ancora in corso di immissione sul mercato, è possibile una stabilizzazione nel medio termine su quotazioni più basse, che fra l’altro potrebbero corrispondere a un quadro meglio definito della valuta indiana.
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