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Borsa di Milano, Consob vieta vendite allo scoperto per 3 mesi

La Consob alla fine lo ha fatto, vietate le vendite allo scoperto per i prossimi 3 mesi alla Borsa di Milano. Il Governo italiano aveva già dato mandato alla Consob di monitorare in modo più stringente le contrattazioni a Piazza Affari per verificare eventuali azioni speculative ai danni delle imprese italiane quotate.

Nei primi giorni la Consob aveva fatto sapere di non aver rilevato nulla di anomalo, ma ora ecco un provvedimento a supporto e tutela non solo delle imprese, ma anche degli investitori italiani.

Sotto gli occhi di tutti la speculazione sul titolo Fiat Chrysler Automotive che era arrivato a perdere il 18%, il giorno dell’annuncio dello stop agli impianti produttivi italiani e in Europa. Un trattamento simile non è stato invece riservato ieri al Gruppo Volkswagen, che pure ha deciso di perseguire la medesima strada del Gruppo Fca Italia.

Forti turbolenze innescate da Covid-19

La Consob le chiama “turbolenze” sui mercati innescate da Covid-19. La verità è che c’è speculazione pura in questo momento di grande incertezza.

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L’indice VIX è a 75,91 punti base, ma ha toccato anche gli 83,79 punti ieri. Indice che la volatilità sui mercati è ai massimi livelli e chi sa come si opera in questi casi guarda solo al profitto personale.

Consob invece tutela gli interessi collettivi e nazionali e interviene da oggi 18 marzo vietando le vendite allo scoperto.

I due provvedimenti della Consob

I provvedimenti della Consob adottati oggi sono:

  1. contenere la volatilità dei mercati finanziari;

  2. rafforzare la trasparenza delle partecipazioni nelle società italiane quotate in Borsa.

Insomma niente speculazione ai danni del sistema italiano e niente giochetti per distruggere la nostra economia.

“Le misure si sono rese necessarie alla luce delle forti turbolenze innescate negli ultimi giorni dalla pandemia da Covid-19”, scrive la Consob.

Ecco quanto dispone l’Autorità garante dei mercati:

“A partire dalla seduta di domani, 18 marzo, la Consob ha introdotto un divieto alle posizioni nette corte (vendite allo scoperto e altre operazioni ribassiste) (delibera n. 21303 del 17 marzo 2020) ai sensi dell’art. 20 del regolamento europeo 236/2012, dopo aver ricevuto parere positivo dall’ESMA.

Il divieto, per la prima volta, si applica a tutte le azioni negoziate sul mercato regolamentato italiano”.

In linea con l’ESMA

Le misure adottate, fa sapere la Consob, sono in linea con quanto già adottato dall’ESMA in via del tutto eccezionale nei giorni scorsi e messo in atto anche dalle autorità di vigilanza di Spagna, Belgio e Francia.

Cosa viene vietato dalla Consob?

“In base al divieto, che fa seguito a quelli già adottati per le sedute del 13 e del 17 marzo, è vietata ogni forma di operazione speculativa ribassista, anche effettuata tramite derivati o altri strumenti finanziari. Sono vietate anche le operazioni ribassiste intraday”.

Il divieto, scrive la Consob, si è reso necessario per “ripristinare l’integrità del mercato”.

La partecipazione nelle quotate

Per quanto riguarda la partecipazione alle società quotate in Borsa, il nuovo regime di trasparenza rafforzato e temporaneo impone un limite alle partecipazioni detenute dagli investitori nelle società italiane a più alta capitalizzazione a ad azionariato diffuso.

Tale decisione ha effetto su 48 società quotate su Borsa Italiana e sono state individuate secondo una griglia di criteri ben stabiliti, tra cui una capitalizzazione superiore ai 500 milioni di euro.

La nuova soglia è fissata all’1% per le società non PMI e al 3% per le PMI.

This article was originally posted on FX Empire

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