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Borsa Milano chiude pesante su timori America latina, corsa a prese di beneficio

Trader al lavoro a Milano. REUTERS/Alessandro Garofalo

MILANO (Reuters) - Venerdì pesante a Piazza Affari, e più in generale su tutti i mercati europei, penalizzati dalle tensioni sui paesi emergenti, in un momento in cui i dati macro non offrono supporto per un proseguimento del rally.

"Risente del caos sulle valute emergenti", spiega un trader. Secondo un altro, "si punta a realizzare dopo i recenti rialzi, ma non credo si tratti di un'inversione di tendenza".

Ieri il peso argentino ha registrato un ribasso dell'11%, il maggiore calo giornaliero dalla crisi del 2002, e anche oggi è in ribasso dell'1%, mentre la lira turca oggi ha toccato minimi record. La discesa ha poi contagiato altre valute sudamericane e asiatiche, con riflessi anche sugli altri mercati. Le tensioni si riflettono anche sullo spread tra i rendimenti dei titoli di stato italiani e tedeschi arrivato a quota a 224 punti.

L'indice FTSE Mib cede il 2,3%, l'Allshare il 2%. In Europa l'indice FTSEurofirst 300 arretra del 2,44%. Volumi sostenuti, pari a oltre 3,5 miliardi di euro.

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Vendite copiose su tutto il listino con qualche eccezione.

TELECOM ITALIA lascia sul terreno il 4,73%. Un gestore cita "le preoccupazioni per le svalutazioni in America Latina sulla scia di Venezuela e Argentina", ma anche le indiscrezioni, riportate dal Giornale, della contrarietà dell'AD alla vendita di Tim Brasil. Un analista sottolinea che "si ragiona sull'ipotesi aumento di capitale dopo che la stampa è tornata sul fatto che Patuano non vuole vendere il Brasile.

In forte calo anche FIAT (-3,41%) e PIRELLI (-1,05%), in sintonia con il settore a livello europeo.

Soffrono anche i cementieri: BUZZI cede il 2,6%, ITALCEMENTI perde il 4,94%.

Pesante ENI con un ribasso del 2,76%. Il titolo è stato declassato da Nataxis a "neutral" da "buy".

TENARIS cede il 4,24% sempre sulla scia dlele tensioni in Argentina, Paese dove la società realizza una parte importante della sua produzione.

Male il risparmio gestito, con MEDIOLANUM e AZIMUT in calo rispettivamente del 3,78% e del 4,53% dopo la corsa che li ha portati nelle settimane scorse sui massimi storici.

Deboli i bancari, come del resto tutto il settore a livello europeo, dove sono particolarmente colpite le banche spagnole, sensibili agli sviluppi in America Latina. Rimbalzano solo le popolari, scese molto di recente, come POP MILANO in salita dello 0,84%.

Fra i pochi titoli con il sgeno più, RISANAMENTO che guadagna l'1,2% dopo aver annunciato di aver accettato la proposta di Chelsfield sugli immobili parigini.

ASTALDI perde il 6,12%, con un trader che cita l'esposizione al Venezuela. Ieri il presidente del paese sudamericano Nicolas Maduro ha annunciato l'introduzione di un nuovo meccanismo di controllo del cambio del bolivar, da molti considerata una svalutazione mascherata.

Continua la corsa BASTOGI (+9,9%). Ieri la società ha detto di non conoscere i motivi del rialzo.

Prese di profitto su ARENA dopo il balzo di ieri (-10%)

Infine, AS Roma balza del 7% dopo che un quotidiano ha scritto che il magnate cinese Chen Feng arriverà in Italia nei prossimi giorni per trovare un accordo per l'ingresso in Neep, azionista di maggioranza del club giallorosso.