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BORSA MILANO in calo con Wall Street, bene utility, giù oil, fermento editoria

Una donna davanti l'ingresso della Borsa di Milano

MILANO, 25 marzo (Reuters) - Wall Street negativa influenza anche la seduta odierna di Piazza Affari, che si muove debole fra scambi rarefatti e con gli indici in trading range stretto: gli investitori si mostrano restii a entrare sui titoli azionari, mentre si annunciano nuove restrizioni in Europa per far fronte alla pandemia che accrescono i dubbi su quando ci sarà l'uscita dalla crisi.

In calo il prezzo del Brent poco sopra i 63 dollari al barile dopo il balzo di ieri dovuto al fatto che un gigantesco container si è arenato nel canale di Suez, bloccando la circolazione delle navi. A pesare sulla materia prima, anche in questo caso, le nuove restrizioni anticovid in Europa che risvegliano timori sulla domanda per i derivati del petrolio.

In lieve rialzo lo spread del rendimento fra i titoli di Stato decennali italiani e tedeschi che si muove sui 97 punti base.

Tra i titoli in evidenza:

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** Il calo del greggio trascina in basso le oil company, come Saipem (-2,2%), Eni(-1,9%) e Tenaris (-3,4%).

** Rimbalzo, invece, per il settore delle utility e in particolare le ex municipalizzate che garantiscono rendimenti positivi nell'attuale momento di incertezza: A2A in salita dello 0,6, Acea dell'0,9%; Iren (+0,9%), post risultati 2020 in linea con le attese; Hera balza di oltre il 3% sempre in scia dei risultati, "sostanzialmente in linea, mentre l'outlook per il 2021 è in miglioramento".

** Rientra il balzo di Atlantia (-0,8%) dopo che un quotidiano ha scritto che il consorzio guidato da Cdp dovrebbe presentare sabato una nuova offerta al rialzo per l'88% di Autostrade per l'Italia, spianando la strada a un'intesa in tempi rapidi.

* E non si arresta il flusso in vendita su Leonardo, che si muove in calo del 2,3%, dopo il tonfo di ieri, sulla scia dell'annuncio del rinvio dell'Ipo della controllata americana Drs, in quanto le avverse condizioni di mercato non ne hanno consentito un'adeguata valutazione.

** Vendute le banche, con le big Unicredit e Intesa Sanpaolo che cedono lo 0,7%. Fa peggio Bper in flessione dell'1,8%.

** Ben raccolta Cattolica (+1,6%) dopo i risultati 2020 e la conferma della guidance per l'anno in corso. Un broker evidenzia che le indicazioni dal bilancio 2020 sono state superiori alle attese e alla stessa guidance fornita dalla società a livello operativo.

** Spunti su Tim in salita dello 0,7%, sotto i massimi di seduta, con il ministro dello Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti, che ha sollecitato le parti coinvolte nel progetto della rete unica a fare chiarezza "prima di Pasqua". Il titolo era sceso parecchio nelle scorse sedute proprio a causa dell'incertezza sul tema. Sempre secondo Bestinver, "le dichiarazioni di Giorgetti chiariscono una volta per tutte, lo speriamo, la visione del governo italiano sulla rete unica e sulla sua governance".

** Fermento sul settore editoriale dopo che Google ha firmato in Italia nuovi accordi di licenza con una serie di editori, tra cui le quotate Rcs Media Group, che tuttavia oggi storna (-1,9%), mentre continua a correre Il Fatto Quotidiano, sospesa al rialzo con un +11% che si aggiunge al +16% registrato ieri e con il titolo tornato sui livelli di aprile 2019. Strappa anche Class Editori, sospesa al rialzo con un balzo del 24%, non citata negli accordi resi noti ieri. Ma in forte rialzo sono anche Il Sole 24 ore(+4,2%), Monrif (+9,5%), piatta invece Caltagirone Edirtore. Denaro anche Mediaset, fuori dall'accordo, che ieri ha perso il 3% e oggi rimbalza del 2,8%. Di fatto chi ha venduto ieri oggi si è ricoperto. Riferendosi a Rcs, nel daily Equita sottolinea che "si tratta di una novità positiva perché i siti del gruppo avranno maggiore visibilità e potranno monetizzare il traffico sia attraverso la raccolta pubblicitaria che attraverso l'incremento dei sottoscrittori".

** Fuori dal paniere raccolta anche DE LONGHI (+1,5%) che stamani ha confermato la propria strategia per il triennio 2021-23 che vede una crescita media annua delle vendite a due cifre e un aumento della marginalità sui ricavi.

** Fra i peggiori Unieuro in flessione del 5,4%.

(Giancarlo Navach, in redazione a Roma Francesca Piscioneri)