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Borsa Milano chiude in calo 4% dopo 'no' referendum Grecia, Mps cede 11,5%

Traders a lavoro. REUTERS/Brendan McDermid

MILANO (Reuters) - Piazza Affari paga la prevalenza di titoli bancari nel listino principale e archivia un lunedì difficile dopo il 'no' della Grecia nel referendum sulle misure di austerità richieste dai creditori internazionali che, altrove, ha prodotto una reazione più contenuta, pur negativa.

L'indice FTSE Mib ha chiuso in calo del 4,03%, sui minimi di giornata, mentre l'Allshare ha ceduto il 3,85%. Tiene decisamente meglio Londra che ha ceduto poco più dell'1%, mentre Francoforte e Parigi hanno chiuso intorno a -2%.

"Nell'immediato la reazione dei mercati è stata non così drammatica. I mercati resteranno incerti finché non sarà chiaro che le negoziazioni su un prestito ponte o su un terzo bailout sono cominciate con serietà", spiega Eric Chaney, capo economista di Axa e direttore ricerca di Axa IM.

Tra i bancari MPS chiude in calo dell'11,51% e segna un nuovo minimo storico a 1,524 euro. Un trader ha sottolineato i timori del mercato sul fatto che per la banca senese le turbolenze legate alla questione greca possano rendere più difficile il processo di M&A. Il bilancio è negativo anche per tutte le altre con ribassi intorno al 6% per le big INTESA SANPAOLO e UNICREDIT ma anche le popolari BANCO POPOLARE, POP MILANO, UBI BANCA e POP EMILIA.

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Lo stoxx italiano del settore ha ceduto oltre il 6%, mentre quello europeo il 2,61%.

Male tutti i titoli finanziari: spiccano MEDIOLANUM e AZIMUT con cali intorno al 6,5%.

Il calo del greggio incide sui petroliferi con ribassi intorno al 3% per ENI, SAIPEM, TENARIS e SNAM.

Balza agli occhi il rialzo di STM (+1,72) replicato anche sugli altri mercati in cui il titolo è quotato (Parigi e New York). I trader non riportano motivazioni particolari.

Buona tenuta di alcuni titoli meno legati alla Grecia o interessati da movimenti di M&A come PIRELLI, ANSALDO STS e WORLD DUTY FREE.