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Borsa Milano crolla dopo stretta tassi Bce, giù risparmio gestito, utility, vola Juve

Una donna davanti l'ingresso della Borsa di Milano

MILANO (Reuters) - Il doppio incremento dei tassi di interesse - ieri la Fed oggi la Bce - affonda i mercati azionari con le vendite che prendono il sopravvento, colpendo in particolare i comparti più sensibili all'aumento dei tassi, come utility e risparmio gestito.

"I mercati sono molto sensibili alle dichiarazioni della presidente della Bce, Christine Lagarde", osserva un trader.

La Banca centrale europea ha aumentato i tassi di interesse per la quarta volta consecutiva, anche se in misura minore rispetto alle ultime due riunioni, ha promesso ulteriori rialzi e ha delineato i piani per drenare liquidità dal sistema finanziario nell'ambito della propria lotta contro l'inflazione elevata.

Ieri è stata la volta della Fed che ha aumentato come nelle attese i tassi di 50 punti base, lasciando intendere che si andrà avanti con ulteriori rialzi. Il presidente, Jerome Powell, ha detto che la rapidità dei rialzi dei tassi diventa ora meno importante aggiungendo che è ancora presto per dire se l'inflazione abbia raggiunto il picco.

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Intorno alle 16,30 il FTSE Mib cede il 3% circa, sotto quota 24.000 punti, tornando sui livelli del 10 novembre scorso. Con questo scivolone, il saldo negativo dell'indice da inizio anno è pari a oltre il 12%.

A Wall Street il Dow Jones perde l'1,91%.

Volumi di poco sopra quota 1,31 miliardi di euro.

Tra i titoli in evidenza:

Ritracciano vistosamente i titoli del risparmio gestito che risentono della competizione dei rendimenti dei titoli di Stato con il decennale salito a oltre il 4%. FINECOBANK arretra del 4,8%, AZIMUT (-3,4%), BANCA GENERALI (-3,4%) e BANCA MEDIOLANUM a -1%.

Scivola anche POSTE ITALIANE in ribasso del 4,2%.

Il forte ribasso del Nasdaq incide su STM che perde il 5%.

Male anche il lusso, penalizzato dai timori di recessione: MONCLER in flessione del 5%, BRUNELLO CUCINELLI a -4,9%. OVS arretra del 4,6% in vista dei risultati del trimestre a mercati chiusi.

Torna a scendere anche TELECOM ITALIA, sostenuta per gran parte della seduta dalle attese dell'incontro odierno tra esponenti del governo e i principali azionisti di Tim - Vivendi e Cdp - per discutere dei piani di riassetto dell'ex monopolista telefonico.

In ordine sparso le banche con UNICREDIT che sale dell'1,1% e INTESA SANPAOLO in flessione per la stessa percentuale. BANCA MONTE DEI PASCHI recupera gran parte del ribasso e cede lo 0,35%.

Fra le utility, SNAM in flessione del 3,4%, TERNA (-3%). Giù anche ENEL che arretra del 3%.

Fra i pochi titoli positivi, in forte rialzo JUVENTUS (+6,6%) per la terza seduta consecutiva, mentre sul mercato si rincorrono le indiscrezioni sul possibile delisting del titolo da parte della controllante Exor con conseguente Opa.

(Giancarlo Navach, editing Stefano Bernabei)