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Borsa Milano, debolezza su proteste Cina e calo petrolio, vendite su energia, bene Leonardo

Una donna davanti l'ingresso della Borsa di Milano

MILANO (Reuters) - A Piazza Affari, cosi come sulle altre piazze europee, gli scambi proseguono all'insegna del nervosismo per l'incertezza innescata dalle proteste antigovernative in Cina contro la rigida politica 'zero Covid' di Pechino.

In un clima di risk-off, alimentate dall'apertura negativa di Wall Street, gli investitori preferiscono alleggerire alcune posizioni, in attesa di nuovi segnali che potranno arrivare dalla fitta agenda di dati macro previsti in settimana, tra cui, in primo piano, l'inflazione della zona euro, mercoledì, e i numeri sul mercato dal lavoro Usa, venerdì.

"Le proteste hanno aggiunto ulteriore incertezza sulla capacità e volontà del governo cinese di elaborare una strategia a lungo attesa per eliminare gradualmente le dure restrizioni entro il nuovo anno cinese. A nostro avviso, questa incertezza alimenterà probabilmente una continua volatilità del mercato", dice Intesa Sanpaolo in una nota.

Le borse accusano anche della forte discesa dei prezzi del petrolio, ai minimi di quest'anno in scia alle tensioni di piazza in Cina che alimentano preoccupazioni sulla domanda e favoriscono le vendite dei titoli dell'energia.

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Intorno alle 16,20 il FTSE Mib scende dello 0,8%. Volumi fiacchi, pari in controvalore a poco meno di un miliardo di euro.

Tra i titoli in evidenza:

Energetici sotto pressione sui cali del prezzo del greggio, mentre gli investitori ragionano sull'impatto delle nuove misure previste dal governo in materia di tasse sugli extra-profitti. In particolare, secondo quanto si legge in una bozza, il governo prevede di applicare un contributo di solidarietà straordinario, con un'aliquota al 50%, sotto forma di prelievo temporaneo per l'anno 2023 sui redditi delle società energetiche che hanno beneficiato dell'impennata dei prezzi del petrolio e del gas.

Tra i petroliferi ENI perde l'1,7% mentre Saipem e Tenaris rispettivamente il 2,4% e il 2,9%. Peggio Saras che scivola di quasi il 6%. Nel mondo delle utilities Enel cede l'1,3%, A2A l'1,6%, Iren il 2,5%.

"Seppure si tratti di un one-off, si tratta di una notizia negativa per le utilities che dovrebbero registrare importanti miglioramenti dei risultati 2023", commenta Equita. Per il broker le società potenzialmente più colpite sono A2A, Enel, Iren e Erg.

Dopo un tentativo di recupero, Telecom Italia torna in calo (-0,75%) zavorrata dalle nuove incertezze sul piano della rete unica dopo le indiscrezioni su un stop del governo a Cdp sull'offerta per la rete. Il mercato attende novità sulla strategia alternativa dell'esecutivo per arrivare al controllo statale della rete, e una fonte governativa non esclude che una decisione finale possa giungere già nella serata di oggi.

Tra i pochi spunti positivi di oggi sul FTSE Mib, Leonardo guadagna il 2,4% circa e Iveco l'1,2% sostenute dall'aggiudicazione in consorzio di una maxi-commessa per la fornitura di mezzi blindati all'esercito brasiliano per un valore di 2 miliardi di euro. Il contratto, vista la mole e la redditività attesa, è giudicato dagli analisti di particolare importanza per i due gruppi anche se, per quanto riguarda Leonardo, potrebbe rappresentare un ostacolo al piano di cessione della divisione Oto Melara, aggiudicataria della commessa per il gruppo, e che potrebbe essere considerata strategica per il nuovo governo a guida Meloni.

Tra i bancari, generalmente deboli in tutta Europa, Unicredit sale dello 0,2%, mentre Bper riduce le iniziali perdite, ma si ferma appena sotto la parità, dopo la notizia dell'accordo per una partnership con il gruppo Gardant e Amco per la gestione dei crediti deteriorati, che include la cessione fino a 2,5 miliardi di Npe.

Andamento misto nel lusso che risente dell'attuale situazione di grande incertezza sulle riaperture in Cina. Moncler perde l'1,3%, mentre Ferragamo sale dell'1,5% dopo che Citigroup ha rivisto al rialzo il target price a 16,5 da 15,5 euro. Più defilate Cucinelli (+0,8%) e Tod's (+0,45%).

(Andrea Mandalà, editing Stefano Bernabei)