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Borsa Milano, lunedì nero, spaventa aumento casi Covid, giù oil, utility, male Tim

L'ingresso principale della Borsa di Milano

MILANO (Reuters) - Lunedì nero a Piazza Affari e sui principali mercati europei. Spaventa la variante Delta, responsabile del balzo dei casi di coronavirus a livello globale con le sue ricadute sulle economie, che stanno a fatica uscendo da un periodo estremamente negativo a causa della pandemia.

L'indice delle blue chip FTSE Mib è in calo del 3,8% e si avvia verso la peggiore seduta dallo scorso 28 ottobre quando lasciò sul terreno poco più del 4%.

Forti vendite anche su Wall Street con l'indice Dow Jones in flessione del 2,4%.

Preoccupa anche il balzo dell'inflazione negli Stati Uniti, mentre scendono i prezzi del petrolio sui timori di un eccesso di offerta dopo l'accordo nel fine settimana nell'ambito dell'0pec+ per un incremento della produzione in un periodo in cui la domanda è ancora debole.

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"Pesano i casi di coronavirus e gli impatti sull'economia", osserva un trader.

Secondo Antonio Cavarero, head of investments di Generali Insurance Asset Management, "se da un lato le condizioni macro a livello globale continuano a sostenere l'azionario e le valutazioni, dall'altro i trend stagionali e i posizionamenti lasciano spazio alla correzione dei prezzi e al balzo della volatilità come stiamo vedendo oggi".

E aggiunge: "Finché la variante Delta non metterà pressione sugli ospedali, credo che il mercato vorrà comprare sulla correzione con disciplina e selettività".

Tra i titoli in evidenza:

Pesanti le banche, particolarmente colpite dalla lettera, che risentano anche dell'allargamento dello spread del rendimento fra i titoli di stato decennali italiani e tedeschi a 110 punti base. Le big UNICREDIT e INTESA SANPAOLO cedono rispettivamente il 4,1% e il 3,9%. Male anche BPER in flessione del 5% circa, penalizzato anche da Kepler Cheuvreux che ha tagliato il prezzo obiettivo a 1,9 euro da 2,1 euro.

Giù anche il comparto oil a causa del calo del prezzo del Brent scivolato poco sopra i 70 dollari al barile. ENI perde il 3,8%, incurante della decisione di Morgan Stanley di alzare il prezzo obiettivo a 13,3 euro da 12,3. Saipem arretra del 4,6%.

In netto calo Tim (-4%), scivolata ai minimi da fine febbraio scorso dopo che la società ha rivisto al ribasso le stime di Ebitda per il 2021 a un calo "low to mid single digit" da "stable to low single digit growth" a seguito dell'accordo con Dazn per la distribuzione del campionato di serie A. Banca Akros vede l'annuncio negativo "come lo può essere un profit warning", mentre un primario broker italiano evidenzia che la revisione della guidance sul 2021 conferma l'estrema volatilità del mercato domestico.

In decisa flessione Webuild(-6,2%), fra i peggiori del listino insieme a Maire Tecnimont in calo del 7,8%.

Giù anche l'automotive con Pirelli e Stellantis in ribasso del 3,2% e del 5%.

Venduto tutto il comparto delle utility sul quale pesa la pubblicazione del primo documento di consultazione del Wacc per il nuovo periodo regolatorio 2022-2027 da parte dell'Autorità per l'Energia dal quale emerge un taglio dei rendimenti sotto le attese per le attività regolate con un impatto negativo sugli Eps, segnalano i broker. Gli impatti maggiori sono attesi per SNAM, TERNA e ITALGAS che perdono rispettivamente il 2,5%, il 2,7% e il 3,3%.

Fra i minori Fiera Milano arretra del 5% sui timori che la ripresa dei contagi possa influire sull'attività fieristica ripartita da poco.

Fra i pochi titoli che si muovono in positivo, svetta Gabetti , con un balzo del 10,3%.

Ben raccolta anche la società di diagnostica Diasorin (+1,2%) che si avvantaggia della ripresa dei test molecolari per il Covid-19.

(Giancarlo Navach, in redazione a Milano Gianluca Semeraro)