Borsa Milano ancora pesante, bene Mps, Intesa SP ridimensionata nel finale
MILANO (Reuters) - Piazza Affari archivia in ribasso una seduta frenetica, caratterizzata da una prosecuzione del sell-off di ieri in mattinata e da una risalita repentina nella seconda parte, frutto del cambio di direzione improvviso di Wall Street. Ma la borsa Usa, in preda a una sorta di schizofrenia, dopo essere arrivata a guadagnare un punto percentuale, nel giorno di pochi minuti è tornata in rosso.
A consentire all'azionario milanese di sovraperformare le altre borse europee -- che hanno recuperato meno terreno -- sono state le banche.
Il tasso di volatilità sui mercati è a livelli record e provoca movimenti vertiginosi.
"Ora stiamo assistendo a una presa di profitto trainata da valutazioni tirate e dai timori circa l'aumento dell'inflazione", commenta Andrew Milligan, head of global strategy di Aberdeen Standard Investments. "Alcuni investitori sono ormai sovraesposti e subiranno le conseguenze di una vendita forzata, ma alla fine i fondamentali avranno ancora più importanza. Gli investitori dovrebbero essere rassicurati nei prossimi giorni e settimane dalla forza dei profitti societari, dai dividendi e dai riacquisti di azioni che gli elevati livelli di liquidità aziendale consentono".
Steven Andrew, gestore del fondo M&G Income Allocation, ritiene che, "dal punto di vista dei fondamentali, poco sembra essere cambiato. L'aumento dei salari dovrebbe in ultima analisi essere un fattore positivo per l'economia statunitense. Queste considerazioni e la natura repentina dei prezzi suggeriscono che alla base di questi movimenti ci potrebbero essere fattori non legati ai fondamentali; la nostra propensione è aumentare l'esposizione all'equity".
** In chiusura, l'indice FTSE Mib ha perso il 2,08%, tornando intraday sui livelli del 4 gennaio scorso: la borsa italiana, insomma, sta guadagnando ancora rispetto all'ultima seduta del 2017, ma i progressi di quest'anno sono stati quasi interamente bruciati nel giro di tre sedute. Tornando ad oggi, l'AllShare ha ceduto il 2,04%, il MidCap l'1,86% e lo Star l'1,36%. Volumi per un controvalore di circa 5,3 miliardi di euro. Il benchmark europeo FTSEurofirst 300 è arretrato del 2,37%.
** Movimenti vorticosi per le banche: il paniere, che ad un certo punto guadagnava oltre un punto percentuale, ha terminato le contrattazioni in calo dello 0,46%. BANCA MONTE DEI PASCHI DI SIENA (+3,35%), BANCO BPM (+1,04%) e BPER (+0,37%) hanno consentito al listino di limitare le perdite. Deboli UNICREDIT (-1,16%) e UBI (-1,03%). Pesante MEDIOBANCA: -2,92%.
** Discorso a parte per INTESA SANPAOLO, che ha salutato risultati e piano con un progresso che, dopo aver toccato picchi di euforia, si è progressivamente ridimensionato (+0,66% in chiusura). L'annuncio della conversione obbligatoria ha messo le ali alle risparmio: +7,34%.
** Fuori dal paniere principale, in evidenza BANCA POPOLARE DI SONDRIO (+2,46%). La conversione varata da Intesa ha catalizzato denaro sulle risparmio di Carige (+2,3%).
** Gli altri finanziari si sono mossi in direzione opposta rispetto alle banche: in lettera assicurazioni (GENERALI -2,8%, UGF -3,46% e UNIPOLSAI -2,72%) e risparmio gestito (FINECOBANK -4,43% -- affossata dopo i risultati 2017 --, AZIMUT -3,27%, BANCA GENERALI -3,47% e POSTE ITALIANE -3%).
** Realizzi sull'automotive: il paniere europeo è sceso dell'1,67%. A Milano, male CNH INDUSTRIAL (-3,83%), EXOR (-4,21%), FIAT CHRYSLER (-2,48%) e BREMBO (-2,6%). Meglio FERRARI: -0,79%.
** Per il resto, pioggia di vendite. Le peggiori sono state SAIPEM (-4,2%), ITALGAS (-3,99%), SNAM (-3,54%) e RECORDATI (-3,54%).
** AEFFE premiata sul fatturato 2017: +2,97%.
** La LAZIO paga un dazio molto pesante alla sconfitta di ieri sera, in casa, contro il Genoa: -8,89%.
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