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Borsa Milano, pesante anche oggi in attesa Fed e scadenze tecniche, affonda Saipem

Una donna davanti l'ingresso della Borsa di Milano

MILANO (Reuters) - Dopo il venerdì nero anche la seduta odierna non mostra segnali di cambiamento sulla tendenza ribassista in atto. Quella che si è aperta oggi è un'altra settimana decisamente difficile sui mercati azionari travolti dalle vendite dallo scorso giovedì, dopo l'annuncio della Bce di porre fine alla politica di espansione monetaria.

In profondo rosso Piazza Affari con l'indice Ftse Mib che dal picco toccato a inizio gennaio sta cedendo il 22% e un andamento analogo registrano anche le borse di Svezia, Irlanda e Austria in calo intorno al 20%.

Anche Wall Street non si sottrae al ribasso globale dei listini sui timori degli investitori che una politica sempre più aggressiva sul fronte dei tassi possa portare l'economia in recessione.

Il dato sopra le attese dell'inflazione Usa, pubblicato venerdì, rafforza, infatti, ulteriormente la prospettiva che la Federal Reserve proceda con le strette sui tassi da mezzo punto percentuale già a partire dalla riunione di mercoledì prossimo.

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A tutto questo si aggiunge anche la nuova recrudescenza dei casi di Covid-19 in Cina che alimenta le preoccupazioni sulla crescita dell'economia globale.

Il prezzo del Brent ne sta risentendo, scendendo intorno a 120 dollari al barile.

"C'è poco da dire. L'unico modo per fare invertire il trend dei mercati è che la Bce dica qualcosa di più specifico su un eventuale scudo anti spread. La situazione dei tassi è molto complicata", osserva un trader.

Lo spread sul debito Italia-Germania viaggia oggi intorno ai 242 punti, i massimi da maggio 2020, il rendimento del Btp decennale ha toccato quota 4,1%, nuovo massimo da dicembre 2013

"Sarà una settimana con alta volatilità sulle borse fra attese Fed mercoledì, Bank of England giovedì e BoJ venerdì quando ci saranno anche le scadenze tecniche", aggiunge un altro.

Intorno alle 16,30 l'indice FTSE Mib perde il 3,14% sui minimi di seduta. Volumi superiori a 1,6 miliardi di euro.

Tra i titoli in evidenza:

Molto vendute le banche, colpite dal rialzo dei rendimenti dei titoli di stato: l'indice perde il 3,4%, il doppio rispetto al ribasso che sta registrando il settore europeo (-2,3%).

Nel mirino delle vendite anche oggi Bper, molto volatile, e cede il 4% che si aggiunge al -13% di venerdì scorso a valle del piano industriale, nonostante target di redditività e remunerazioni in linea o superiori alle attese.

Nel daily, il broker Equita scrive che "il titolo tratta a valutazioni cheap. Nonostante l'upside rilevante sul nostro fair value, confermiamo HOLD considerando le complessità che la banca dovrà affrontare nei prossimi anni, specialmente in relazione all'integrazione di Carige e delle iniziative di piano, in un contesto economico maggiormente sfidante".

Non c'è pace anche per i big del credito, con Unicredit che arretra dell'1,9% e Intesa Sanpaolo del 4%; Banco Bpm -4,7%, Mps a -3,6%.

La lettera oggi colpisce in misura forte anche il settore oil alla stregua di quello che è successo venerdì scorso: Eni in calo dell'1,9%, mentre fa nettamente peggio Saipem che sprofonda dell'11,5% circa nel giorno in cui è operativo il raggruppamento delle azioni ordinarie e di risparmio nel rapporto di una nuova azione ogni 10 azioni possedute, in vista dell'aumento di capitale. Il titolo è sceso sotto la soglia dei 40 euro dopo un avvio a 43,76 euro. Banca Akros ha provveduto a cambiare il prezzo obiettivo a 43 euro. "Tutte le volte che viene deciso un accorpamento di azioni, il titolo scende perché a livello psicologico è percepito come se fosse in crescita", osserva un trader.

In caduta libera Nexi con un ribasso del 7,5% e nuovi minimi storici a 7,47 euro. "Difficile trovare una spiegazione per un ribasso così marcato, sconta l'impatto di una crisi economica globale con minore utilizzo del denaro elettronico", dice un trader. La rivale Worldline cede il 4,4%.

Forte ribasso anche per Autogrill che flette del 10%.

Fra i pochi titoli che si salvano dalla furia delle vendite, Saras in salita dello 0,5% sulle attese di un miglioramento dei margini di raffinazione petrolifera.

Bene anche Recordati a +1% e Diasorin a +0,5% percepiti come difensivi.

Bene Pininfarina in crescita del 3,95% e Campari (+1,8%).

Cede meno dell'indice Terna (-1,4%) nonostante Rbc abbia alzato il prezzo obiettivo a 6,8 euro da 6,2 euro. Enel arretra dell'1,6% dopo che sempre Rbc ha alzato il prezzo obiettivo sulle azioni a 9,75 euro da 9,25 euro.

(Giancarlo Navach, editing Andrea Mandalà)