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Borsa Milano in rialzo del 3%, balzo Ubi, pesanti Mps e Carige

Traders a lavoro. REUTERS/Lucas Jackson

MILANO (Reuters) - Piazza Affari chiude in netto rialzo dopo l'inattesa mossa di politica monetaria in senso espansivo della Banca del Giappone, in un mercato che pareggia le posizioni dopo i ribassi delle ultime due sedute.

L'istituto centrale ha annunciato un ampliamento del programma di 'quantitative easing' pari a 30.000 miliardi di yen, portandolo alla cifra annuale di 80.000 miliardi (circa 571 miliardi di euro).

L'indice FTSE Mib chiude in rialzo del 3,07%, l'Allshare sale del 2,7%.

Volumi a 3,9 miliardi di euro.

L'indice europeo FTSEurofirts 300 guadagna l'1,6%.

MPS ha trascorso gran parte della seduta in asta di volatilità e a ogni breve rientro il ribasso è peggiorato fino a un -10%. Il mercato teme che sarà necessario un aumento di capitale per coprire parte dello shortfall da 2,1 miliardi emerso con i test Bce.

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INTESA SANPAOLO e BNP Paribas hanno negato interesse a un'integrazione con la banca senese.

Non va meglio a BANCA CARIGE, che chiude comunque sopra i minimi della seduta.

Secondo i trader, finché non saranno chiarite le modalità di rientro dallo shortfall i due titoli rimarranno sotto pressione.

Tra i migliori del listino UBI BANCA, che potrebbe trovarsi al centro di operazioni di M&A secondo le attese del mercato. Nei giorni scorsi l'AD Massiah ha detto che non ci sono dossier aperti.

MEDIASET in buon rialzo; non sembra reagire alle dichiarazioni del vice presidente Pier Silvio Berlusconi, che ha aperto a un accordo con Telecom soltanto commerciale, ma escludendo l'interesse a un legame azionario.

TELECOM ITALIA è tra le migliori dell'indice europeo delle telecomunicazioni dopo le notizie di stampa su un accordo tra America Movil, Telefonica e Grupo Oi per un'offerta su Tim Brasil, peraltro non smentita dai potenziali offerenti. Tim Brasil ha detto che non sono in corso colloqui e non ha ricevuto offerte.

Riprende a salire FCA, dopo l'annuncio del rafforzamento patrimoniale con scorporo di Ferrari, che ha innescato reazioni opposte tra gli analisti. Oggi Morgan Stanley indica un prezzo obiettivo a 13 euro, affermando che i rischi non mancano, ma che la visione strategica e una ricerca ingegneristica "frugale" fanno la differenza. Ieri Commerzbank ha bocciato il gruppo con un target a 5 euro, dicendo che il piano non elimina i timori sul debito.

Bene anche EXOR, destinata a riprendere il controllo diretto di Ferrari.

MONCLER perde terreno, ma dopo aver fatto meglio dell'indice nella settimana. Il titolo ha perso circa un terzo del suo valore dal collocamento a fine 2013.