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Borsa Milano in calo, industriali giù su scontro Usa-Cina, ok Tim e Mps

MILANO (Reuters) - Piazza Affari non esce dal tunnel di incertezza in cui è entrata dopo l'esito delle elezioni politiche del 4 marzo.

La fiammata che aveva caratterizzato la fine del mese scorso, in corrispondenza della chiusura del primo trimestre, pare essersi esaurita. Gli investitori, dicono i trader, sono spaventati dalla guerra commerciale fra Stati Uniti e Cina.

Andrea Caraceni, amministratore delegato di Corporate Family Office Sim, sottolinea che la guerra dei dazi in atto "non porta niente di buono, se non un inasprimento delle relazioni tra stati. Il rischio reale è che gli Usa si stiano mettendo contro il sistema globale e che presto molti stati potrebbero iniziare ad adottare misure diverse, con molte e più pesanti conseguenze per il mercato americano".

** In chiusura, l'indice FTSE Mib ha perso lo 0,17% e l'AllShare lo 0,1%, mentre il MidCap ha guadagnato lo 0,39% e lo Star lo 0,01%. Volumi per un controvalore di circa 2,6 miliardi di euro. Il benchmark europeo FTSEurofirst 300 è arretrato dello 0,55%.

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** TIM non cessa di macinare denaro dopo che Cdp ha ufficializzato la volontà di acquistare a breve una partecipazione fino al 5% del capitale. Quest'oggi il titolo à balzato del 6,94%. Al galoppo anche le risparmio: +4,87%.

** I timori di un impatto negativo delle tensioni Usa-Cina hanno zavorrato gli industriali. Male l'automotive: lo stoxx europeo ha lasciato sul terreno l'1,77%. A Milano in picchiata CNH INDUSTRIAL (-3,47%). Meglio gli altri: FIAT CHRYSLER -0,92%, EXOR -0,41%, FERRARI -0,6% e BREMBO -0,32%.

** Tra gli altri industriali, pesanti PRYSMIAN (-4,37%) e STMICROELECTRONICS (-0,86%).

** Ora che sta emergendo chiaramente l'obiettivo anti-cinese delle misure varate da Trump, TENARIS, che attendeva i dazi per erodere quote di mercato dei produttori coreani in Nord America, non smette di riflettere la delusione degli investitori: -1,99%. In lettera, tra le società legate al settore energetico, anche SAIPEM (-1,72%) e, fuori dal paniere principale, TREVI (-4,19%). Meglio ENI: +0,17%.

** Secondo le interpretazioni degli operatori, le tensioni Usa-Cina sono alla base delle vendite sulle società di costruzioni: BUZZI UNICEM -2,05%, SALINI IMPREGILO -1,63% e ASTALDI -2,57%.

** Le banche si sono allineate al clima generale: il paniere ha terminato le contrattazioni in calo dello 0,35%. INTESA SANPAOLO (-0,25%) e UNICREDIT (-0,38%) a braccetto. Prosegue la risalita di BANCA MONTE DEI PASCHI DI SIENA: +5,55%. Affaticate BPER BANCA (-1,43%) e BANCO BPM (-1,24%).

** UBI BANCA vivace (+0,9%) nel giorno dell'assemblea.

** Fuori dal paniere principale, in evidenza CREDITO VALTELLINESE: +4,33%.

** Risparmio gestito debole: FINECOBANK -3,32%, BANCA GENERALI -1,76%, AZIMUT -0,31% e POSTE ITALIANE -0,11%.

** In cerca di porti sicuri, come spesso accade nelle fasi di incertezza, le barche degli investitori hanno fatto rotta sulle utilities (A2A +1,21%, ITALGAS +1,05% ed ENEL -0,08%) e sui classici difensivi (SNAM +1,22% e TERNA +0,78%).

** Per il resto, resta tonica MEDIASET (+0,42%); bene MONCLER (+1,15%), CAMPARI (+0,96%), LEONARDO (+0,42%) e GENERALI (+0,32%).

** Tra le mid e small cap, non si arresta la corsa di ACOTEL (+19,21%) e BIANCAMANO (+11,14%).

** Sull'Aim in evidenza FRENDY ENERGY: +8,75%.

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