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Borsa Milano su minimi seduta, timori economia, giù banche, Leonardo, bene Tod's

Un uomo in piedi davanti alla sede della Borsa di Milano in centro a Milano

MILANO (Reuters) -

Indici in profondo rosso a Piazza Affari sui minimi di seduta alle prese con i timori di una prolungata fase di recessione delle economie globali e una seconda ondata di infezioni da coronavirus, nel momento in cui molti Paesi stanno riavviando le attività post lockdown. I nuovi focolai emersi in Corea del Sud e Cina sono motivo di preoccupazione a livello mondiale.

A penalizzare ulteriormente i mercati i futures sugli indici di Wall Street che si sono girati in negativo.

Ieri il presidente della Fed, Jerome Powell, ha detto che il percorso è altamente incerto e soggetto a significativi rischi al ribasso, mettendo in guardia da una recessione che potrebbe essere peggiore dai tempi della seconda guerra mondiale e chiedendo al Congresso nuovi supporti di tipo fiscale.

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Intanto sul fronte interno ieri sera è arrivato il disco verde del governo, dopo ripetuti rinvii, al "decreto rilancio" da 55 miliardi di euro che mette in campo nuove misure a sostegno di famiglie e imprese, colpite duramente dalla crisi da pandemia.

"Sui mercato restano i soliti timori sulla situazione generale del Covid e della sua espansione, ma Milano è più resiliente anche a seguito dell'ok ieri al pacchetto di misure di rilancio approvate dal governo", osserva un trader.

Quanto alle materie prime, torna a salire il futures sul Brent che si porta sopra i 30 dollari al barile.

Stabile lo spread del rendimento fra i titoli di Stato decennali italiani e tedeschi intorno ai 235 punti base.

Fra i peggiori, dopo il tonfo di ieri, Exor (-2,4%) ritraccia anche oggi sull'annuncio che la francese Covea si è ritirata dall'acquisto di PartnerRE, operazione da 9 miliardi di dollari.

Giù anche Fiat Chrysler (-3,3%), male a Parigi Peugeot (-4%). Il settore auto europeo cede il 3%. Ieri sera le due case automobilistiche hanno reso noto di avere cancellato la distribuzione dei rispettivi dividendi ordinari, ciascuno da 1,1 miliardi di euro, alla luce dell'impatto dell'emergenza Covid-19. Le due società hanno invece confermato che le attività di preparazione della fusione paritaria procedono "positivamente". L'annuncio non ha colto di sorpresa il mercato che comunque sta penalizzando i titoli del comparto. Secondo il broker Fidentiis, "la notizia era attesa, considerando l'alto impatto negativo dell'emergenza da Covid-19 sulla posizione finanziaria dei due gruppi. Positiva la conferma che il closing della fusione è attesa nel primo trimestre del 2021 come nelle attese".

Si esaurisce anche il rimbalzo iniziale di Poste Italiane(-1,8%) dopo il calo di ieri a seguito dei risultati trimestrali e delle dichiarazioni del management sulle attese di mancato raggiungimento dei target del 2020. Equita scrive nel daily che "la conference call di ieri supporta la nostra lettura positiva dei risultati del primo trimestre e fornisce un outlook confortante, coerentemente con il contesto esterno, sul secondo semestre e le prospettive di medio periodo della società. Rivedremo le stime 2020-21".

In controtendenza, Tod's balza dell'1,6%. Ieri l'annuncio che il gruppo del lusso italiano ha chiuso il primo trimestre con vendite in calo di quasi il 30%. "Risultati al di sotto delle attese e con un secondo trimestre che sarà sfidante", sottolinea Fidentiis nella nota giornaliera. Anche un altro primario broker italiano ha confermato target e raccomandazione sul titolo, lasciando invariate le stime a causa della bassa visibilità.

Bene Saipem che balza dello 0,9% dopo essersi aggiudicata nuovi contratti per il progetto Nigeria LNG Train 7, con valore complessivo di oltre 4 miliardi di dollari. La quota Saipem è pari a 2,7 miliardi. Un primario broker italiano la considera una "notizia molto positiva dato che si temevano dei ritardi nell'assegnazione tenuto conto del deterioramento del quadro macro".

Giu' Tenaris (-1,5%) ed Eni (-1%), nonostante il balzo del prezzo del Brent.

In forte ribasso Leonardo che cede il 5% penalizzato dalla decisione di Morgan Stanley di tagliare il prezzo obiettivo a 6,4 euro da 6,75 euro precedente.

Molto deboli le banche con le big Intesa SP e Unicredit in flessione rispettivamente del 2% e del 4,2%. Vendite anche su Mediobanca (-3,8%).

Infine resiliente Diasorin (-0,6%). La società di diagnostica ha ieri reso noto risultati del primo trimestre leggermente migliori delle attese, ha ritirato la guidance 2020 e ha aumentato la capacità produttiva per i test sierologici da 5 a 10 milioni di al mese.